Albano (Pdl) su ristretta rappresentanza femminile nel Consiglio Regionale
“Allo stato attuale, il nostro Consiglio Regionale vanta una ristrettissima rappresentanza femminile costituita unicamente da me e dalla collega Minasi, entrambe per giunta subentrate in itinere a seguito della surroga dei consiglieri Caridi e Aiello eletti senatori. Non si fosse presentata questa occasione, non si fossero aperte per noi le porte di Palazzo “Campanella”, la Calabria sarebbe stata priva di voci femminili nel suo Consiglio Regionale. Un dato francamente imbarazzante per un organo deputato a legiferare e rappresentare tutta la comunità calabrese senza distinzioni di genere. Un gap che occorre assolutamente colmare oggi con strumenti atti sia a garantire una migliore distribuzione dei seggi che a difendere il diritto alla rappresentanza”. E’ quanto afferma Gabriella Albano, consigliere regionale del PDL, in merito all’ipotesi di introduzione della doppia preferenza di genere in ambito elettorale. Intervenuta per commentare una iniziativa di sensibilizzazione promossa in tal senso dalla Commissione Regionale alle Pari Opportunità, la Albano ha voluto sottolineare la sua piena disponibilità ad accogliere la sollecitazione popolare sul tema affermando che “solo così la Calabria potrà finalmente giungere ad una piena realizzazione della democrazia paritaria a livello locale”.
“Di questa inversione di tendenza – ha proseguito il consigliere del PDL - se ne sente il bisogno soprattutto oggi, in una quotidianità tristemente ricca di episodi di discriminazione di genere in ogni ambito e contesto. E’ contro questi stereotipi che bisogna orientare le scelte per costruire la Calabria che verrà: per affermare una cultura paritaria che vada oltre le affermazioni di facciata e si manifesti nella tangibilità dei fatti, per restituire, anche in sede politica, dignità alla donna”.
“Portare a compimento l’iter per l’introduzione della doppia preferenza – ha detto la Albano - sottolineerebbe la volontà del Consiglio di dare alle donne lo spazio che meritano, rispondendo così ai principi della parità di genere. Ma non è questo l’unico beneficio che il nostro sistema amministrativo potrebbe trarre. Una maggiore e più omogenea presenza femminile, infatti, darebbe anche la possibilità di allargare notevolmente le maglie della rappresentanza popolare, migliorando l’efficacia delle politiche da mettere in campo per la Calabria. Dal contributo delle uniche due esponenti femminili in Consiglio – ha evidenziato Albano - è nata la proposta di legge contro la violenza di genere, esempio di una politica che ascolta ed intercetta anche le necessità delle donne calabresi, figurarsi cosa si potrebbe fare se le donne in assise fossero tre, quattro, cinque. Riusciremmo probabilmente a compiere ciò che ogni democrazia auspica: dare voce a tutti senza silenziare una parte, rappresentare tutti senza lasciare nessuno indietro”.