Porto di Vibo Marina, Cisal: salviamolo dall’indifferenza
“La preoccupante ed allarmante nota diffusa dall’imprenditore economico Francesco Cascasi su quanto accade intorno ad ogni possibile idea legata ai temi della promozione e dello sviluppo dell’area portuale di Vibo Marina credo rappresenti una interessante e allettante provocazione per chi ha il dovere e la sensibilità di offrire un minimo di contributo al già precario scenario del mondo del lavoro e della disoccupazione che in questo momento sta investendo in maniera avvilente anche la provincia vibonese. - Lo scrive in una nota Filippo Curtosi, Segretario provinciale aggiunto Cisal Vibo Valentia - A scatenare le più che plausibili ire di Franco Cascasi che si è guardato bene dal non interessare gli uffici competenti ed anche la Procura della Repubblica, un bando di Camera di Commercio e Aspo inerente un progetto di riqualificazione infrastrutturale e funzionale del molo Generale Malta e della banchina Cortese.
È evidente che a nessuno sfugge che lo sviluppo dell’area portuale è un tema che merita serie riflessioni e che non può non svegliare, oggi più di ieri, la coscienza di chi fino al momento, pur avendone in un certo senso la competenza, si è affidato alla più assurda sonnolenza, se non alla più grave indifferenza.
Ecco perché la Cisal non vede perché, così come intelligentemente denunciato, il Consiglio Comunale di Vibo Valentia non abbia tutto il diritto di far suo il più concreto esame della condizione in cui versa il Porto di Vibo Marina, un’area che considerare abbandonata significa dir poco se è vero che ogni tipo di interesse realizzato fino ad oggi ha fruttato nulla ed il resto di niente.
Merito o demerito di chi ? Innanzitutto dello stesso Consiglio Comunale, e quindi dei partiti politici che compongono l’assemblea, che non ha mai preso in seria considerazione l’idea di porre al centro di un apposito dibattito tutto quanto riguarda una più complessiva ed articolata analisi dello stato di salute dell’importante infrastruttura marina.
A Vibo Marina la cultura dei fatti, sull’avvenire del Porto, non è mai riuscita ad avere la meglio su quella della polemica, penalizzando fortemente gli interessi socio economici e culturali della zona.
Si parlato, spesso senza eccessiva convinzione, con proposte ed iniziative che oggi registrano il nulla di fatto sulle più che legittime aspirazioni di Vibo Marina.
Troppe chiacchiere ed inutili impegni hanno caratterizzato qualche esiguo tentativo di mettere in primo piano il vero problema legato allo sviluppo dell’area del Porto.
Molti i progetti avanzati, tante le polemiche, scarsi i risultati se è vero che a tutt’oggi non esiste alcun serio obiettivo per pensare ad un Porto competitivo ed in grado di aiutare l’economia vibonese a decollare nel meridione.
D’altra parte le più severe responsabilità sul nulla di fatto acquisito appartengono per intere all’Amministrazione comunale che oltre a dimostrare scarso interesse e attenzione per l’infrastruttura non ha lasciato neanche che altri tentassero, con le proprie idee, sempre discutibili, di fare quello che un’amministrazione attiva non è mai stata capace di fare, soprattutto sul piano decisionale.
Palazzo “Luigi Razza” si è sempre guardato bene dal tentare di incoraggiare l’iniziativa economica privata e far sì che il Comune divenisse partner di un progetto capace di portare lavoro e occupazione su un territorio che continua a registrare gli effetti più devastanti della incapacità della propria classe politica e dirigente.
Perché non se ne discusso in Consiglio Comunale del progetto presentato da Franco Cascasi per lo sviluppo dell’area portuale ? La massima assemblea di Palazzo “Luigi Razza” sarebbe stata e lo può essere ancora la sede competente per prendere in esame il progetto Cascasi”.
A prescindere dalla scelta adottata dal sindaco che l’ha bocciata, in illo tempore e che la popolazione non conosce nei dettagli ma soltanto per grandi linee, non ci si può affidare ad una azienda fantasma come l’Aspo, un’articolazione assurdamente inconcludente sullo scenario portuale, grazie alla sua discutibile capacità o alla Camera di Commercio che non sembra poter fornire tutto il supporto necessario per mettere in condizione l’infrastruttura ad essere momento centrale di una idea pronta a favorire nuova economia sul palcoscenico produttivo vibonese.
Ecco perché concordiamo con la necessità di invitare il Consiglio Comunale a riappropriarsi del sistema Porto di Vibo Marina proprio perché legittimato ad esprimere un parere sul futuro di una realtà verso cui guarda con convinzione e speranza soprattutto quella popolazione.”