Criminalità: furti in appartamenti, sei arresti a Lamezia Terme
Sei persone, tra cui una donna, tratte in arresto ed altre due indagate: e' il bilancio di una operazione di Polizia portata a termine a Lamezia Terme, dagli uomini del locale commissariato. Gli indagati sarebbero responsabili di alcuni furti commessi in appartamenti nella citta'.
Oltre che di una serie di furti compiuti in abitazioni ed esercizi commerciali della citta'i sei arrestati devono rispondere, a vario titolo, di spaccio di sostanze stupefacenti. Altre due per sone, invece sono state sottoposte a misure cautelari non detentive, tra i quali una donna. Tutti sono di Lamezia Terme. I particolari dell'operazione sono stati illustrati dal dirigente del commissariato di Lamezia, Pasquale Barreca e dal suo vice, Saverio Mercurio, nel corso di una conferenza stampa. Le ordinanze sono state eseguite da personale del Commissariato di Pubblica sicurezza di Lamezia Terme, in collaborazione con gli uomini della Squadra Mobile di Catanzaro e del Reparto Prevenzione Crimine Calabria. In carcere sono finiti Peppino Festante 34 anni; Antonio Paola, 45 anni; Eugenio Monteleone, 35 anni; Cristian Fanello, 32 anni; Alberto Zaffina, 34 anni; Eugenio Cuda 53 anni. Sono ritenuti responsabili rispettivamente i primi tre dei reati di detenzione, anche al fine di cederla a terzi, di sostanze stupefacenti; Festante e Fanello, anche in concorso tra loro, di svariati furti tentati e consumati in abitazioni ed esercizi commerciali di Lamezia e Fanello, del furto e successiva cessione a terzi anche di armi. Mentre Zaffina e' accusato di furti in esercizi commerciali; Cuda di ricettazione di cose provento di furti tra i quali anche fucili, di volta in volta consumati da Zaffina, Festante e Fanello. A tutti e' stata contestata la recidiva. Nnell'ambito della stessa operazione, sono state eseguite due misure cautelare, di cui una dell'obbligo di dimora nel comune di residenza ed una dell'obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria, a carico di S. M. 19 anni; B.G. 29 anni , entrambi residenti a Lamezia Tenne, ritenuti responsabili il primo del reato di acquisto, detenzione anche ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in concorso con Eugenio Monteleone e la seconda dei reati di furto, tentato e consumato, in concorso con Peppino Festante. L'operazione, condotta anche con servizi di intercettazione telefonica ed ambientale, di appostamento e pedinamento, ha preso le mosse, ha spiegato il dirigente del commissariato, dall'approfondimento delle risultanze di un' altra indagine che ha consentito l'applicazione, nel gennaio del 2009 della custodia cautelare in carcere nei confronti alcuni esponenti del gruppo criminale dei Torcasio, per un episodio di tentata estorsione in danno di un operatore economico di Lamezia Terme. In particolare, dopo l'esecuzione dei provvedimenti, era stata posta in essere un' attivita' investigativa nei confronti di Antonio Paradiso, gia' tratto in arresto il 21 maggio scorso, in esecuzione di un' ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal Giudice distrettuale per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Erano stati quindi acquisiti numerosi elementi probatori a carico delle sei persone tratte in arresto e delle due sottoposte ad obbligo di dimora e di perset,azione all'autorita' giudiziaria, confluiti in una corposa informativa di reato presentata al sostituto procuratore della repubblica del Tribunale di Lamezia Terme, Alessandra Ruberto, che alla luce delle risultanze investigative, ha chiesto al Gip lametino, Barbara Borelli, l'applicazione delle misure cautelare in carcere a carico degli indagati. Richiesta che e' stata accolta. Dopo le formalita' di rito, le persone arrestate sono state richiuse nelle case circondariali di Lamezia Terme e di Castrovillari. L'operazione dagli investigatori e' stata definita importante, alla luce dei furti in abitazioni che si sono verificati a Lamezia Terme, nelle scorse settimane e che hanno dato origine a numerose proteste di abitanti alcuni dei quali hanno anche organizzato ronde notturne. "E' una risposta - ha detto il dirigente Barreca - alla richiesta di giustizia che proveniva dalla base".