Certi Diritti Calabria su manifestazione Crotone contro diritti alla comunità LGBT

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Foto: alma radio

"Il no che è scaturito dalla manifestazione di Crotone promossa dall’Associazione dei Giuristi Cattolici Italiani su unioni civili e Legge anti omofobia ci ha scosso. Certi Diritti Calabria, Associazione che si occupa di diritti umani e della comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) ritiene, per bocca del suo Presidente, Federico Cerminara, che “L'evoluzione sociale non è un'opinione ma un dato di fatto imprescindibile, che non può essere sottaciuto, attraverso un'operazione di finzione o distorsione della realtà". E' quanto scrive Federico Cerminara, presidente Centro d'iniziativa locale Certi Diritti Calabria.

"Le persone omosessuali - continua la nota - esistono, sono cittadini come tutti gli altri, che pagano le tasse e come tali vantano il sacrosanto diritto di vedere riconosciuti i propri diritti. Sono persone che amano alla stesso modo delle persone eterosessuali, la dignità dei loro amori merita di essere riconosciuta ma ancor prima hanno diritto di veder riconosciuta la loro dignità di persone. La manifestazione promossa a Crotone dall'Associazione giuristi cattolici italiani mette in dubbio il diritto alla tutela di posizioni soggettive giuridicamente rilevanti, contemplate dalla stessa Carta Costituzionale, si tratta dei diritti umani, acquisiti per il sol fatto di essere venuti al mondo.

Mettere in dubbio tale assunto significa disconoscere i principi fondamentali della Costituzione in particolare gli articoli 2 e 3 che sanciscono il principio di uguaglianza formale e sostanziale. Questa operazione contro il registro delle coppie di fatto a livello locale è un'operazione non molto diversa da quella posta in essere secoli addietro dalla Santa inquisizione, poiché, attraverso un populismo spicciolo, qualcuno tenta di addurre, come causa del fallimento della famiglia tradizionale, l'esistenza delle coppie omosessuali. Non si comprende secondo quale ragionamento, il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali possa in qualche modo minare i diritti della coppia eterosessuale.

Se le famiglie eterosessuali sono in crisi è perché sono travolte, alla stregua di tutta la cittadinanza, da una crisi economica, causata da un malgoverno e dalla cattiva gestione della res pubblica. Andare alla ricerca di un capro espiatorio per distogliere l'attenzione da una comune matrice del fallimento di questa società è operazione meschina.

I diritti - scrive ancora Cerminara - seguono una logica moltiplicativa e non certo distributiva. Come può l'amore tra due persone delle stesso sesso intaccare la stabilità della famiglia. La società si evolve: la stessa famiglia tradizionale, non esiste per come qualcuno cerca di proporla, perché lo stesso concetto di famiglia è in continua evoluzione, i ruoli del maschile e del femminile sono mutevoli nel tempo, è sufficiente pensare alle nostre nonne per comprendere come la rigidità di ruoli che esisteva in quel dato periodo storico, ha ceduto il passo ad una famiglia dove i ruoli tra padre e madre sono flessibili e a volte interscambiabili.

Basta sfogliare le pagine del libro delle celebre antropologa statunitense Margaret Mead, “l'adolescenza in Samoa”, per comprendere come i ruoli del maschile e del femminile siano socialmente costruiti, posto che in quella società le donne vanno a caccia e gli uomini si adornano e si occupano della cura dei figli. Pertanto questa operazione di tutela nostalgica è completamente disconnessa dalla realtà e cela un'operazione di riconoscimento e attribuzione del potere al patriarcato.

Nessuno mette in dubbio che ci sia sofferenza in questa società, perché la dignità della persona umana è calpestata dalla precarietà, dalla mancanza di lavoro, da una sanità non garantita, da uno stato sociale assente, dall'incapacità di gestire la viabilità, di affrontare le calamità naturali, ma tutto questo attraversa le vite tanto delle persone eterosessuali quanto delle persone omosessuali e tutto questo non è stato certo determinato dalla volontà di questi ultimi. I veri abomini, i veri mali di questa società sono la mancanza di equità sociale, il 10% della popolazione in Italia detiene il 50 della ricchezza nazionale, la corruzione dilagante, la mancanza di lavoro.

Ma non è certo impedendo il riconoscimento dei diritti umani afferenti alla dignità della persona omosessuale che si combatte la crisi e si dona serenità alle famiglie. Non è certo impedendo l'approvazione della legge contro l'omofobia che il Paese si risolleva dalla crisi. Tutt'altro, studi scientifici dimostrano che i paesi ricchi sono quelli in cui i diritti vengono riconosciuti, essendo assunti come indicatori della qualità della vita. Pertanto questa operazione di caccia alle streghe in realtà vuole alimentare una guerra tra poveri, vuole semplicemente creare confusione, per impedire che i cittadini riconoscano le vere cause del fallimento di questa società, così povera di valori a tal punto da generare odio.

Mi stupisco - conclude Cerminara - di come la Chiesa di Crotone si renda complice di un'operazione che, disconoscendo il diritto alla dignità della persona umana, genera odio e legittima odio. La Chiesa prenda esempio dall'insegnamento evangelico non strumentalizzi la Parola di Dio, per finalità diverse da quelle spirituali, torni a curare le anime e abbandoni una volta per tutte la ricerca di potere. Tuteli le famiglie sostenendole, aiutandole rispondendo ai loro bisogni, con quell'umiltà che è ben lontana dall'arroganza dei potenti".