Clochard morto a Cosenza: Corbelli, salma dimenticata
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, continua quella che definisce la "battaglia di civiltà e solidarietà per la sepoltura e il rimpatrio della salma del clochard (da tutti indicato come il cittadino moldavo, Giorgio Krudo, 43 anni), trovato morto (15 giorni dopo il suo decesso) all'interno delle cupole geodetiche di Cosenza e la cui salma, da 48 giorni, resta ancora senza un nome ufficiale(registrata come persona sconosciuta) abbandonata e dimenticata nella cella frigorifera del cimitero di Cosenza". Corbelli esprime "amarezza, delusione e indignazione per il silenzio assoluto (non solo delle Istituzioni preposte; in primis sindaco e prefetto di Cosenza) su questa triste e drammatica vicenda (meritoriamente ricordata solo dalla stampa calabrese)" e rivolge oggi "un appello alla Chiesa cosentina e al suo massimo rappresentante, l'Arcivescovo, mons. Salvatore Nunnari, per far dare finalmente una degna sepoltura al clochard moldavo". Corbelli, dopo aver oggi ancora una volta telefonato agli addetti al cimitero, ha avuto la conferma che quella salma è ancora li dimenticata da quasi 50 giorni, che "non si puo' procedere ne' alla sepoltura provvisoria nel camposanto bruzio, ne' al rimpatrio del feretro per essere tumulato nel suo paese, perchè non è stata ancora fatta nessuna comunicazione ufficiale al cimitero comunale sull'identita' certa della persona deceduta nelle cupole e per la mancanza dei fondi necessari a coprire le spese del trasporto della bara in Moldavia. Per questi motivi la salma continua a rimanere dimenticata e abbandonata nella camera mortuaria del cimitero di Cosenza".
Il leader di Diritti Civili chiede l'intervento della Chiesa "perche' cristianamente e umanamente non si puo' chiudere gli occhi di fronte ad un fatto cosi' grave e triste, non degno di un paese civile e di una citta' solidale, accogliente e ospitale come Cosenza. Non si puo' ignorare la tragedia e la disumanita' di quell'immigrato dimenticato da quasi 50 giorni in una cella frigorifera del cimitero. E' qualcosa di atroce! Neppure durante la guerra lasciavano un morto cosi' a lungo prima di seppellirlo! La Chiesa cosentina, il suo Arcivescovo facciano sentire la loro voce, senza temere di urtare la suscettibilità di qualche rappresentante(amico) delle istituzioni. Monsignor Nunnari, che stimo molto, mi aiuti in questa battaglia di civiltà, di solidarietà, di umanità, che continuero' (come ho fatto in tutti questi anni in tanti altri casi simili di altri poverissimi immigrati deceduti tragicamente, che ho fatto rimpatriare e seppellire degnamente)sino a quando questa vergogna e questa disumanità non saranno cancellate e non verrà finalmente data una degna sepoltura al povero e sfortunato immigrato moldavo, la cui tristissima drammatica, dolorosa storia e il suo destino crudele e di grande povertà, emarginazione e sofferenza, mi hanno profondamente colpito. Chiedo che si proceda a far seppellire subito quell'immigrato, almeno provvisoriamente nel cimitero bruzio, in attesa del rimpatrio della salma in Moldavia. Chiedo - conclude - che questa persona deceduta abbia una sua lapide che lo ricordi e che Diritti Civili si farà carico di far realizzare e offrire. Ribadisco infine, nuovamente, la mia disponibilità a contribuire alle spese per il rimpatrio della salma dell'immigrato". (AGI)