M5S: “Si rischia il commissariamento della Autorità portuale di Gioia Tauro”
“Rischiamo il commissariamento del porto di Gioia Tauro, ma noi non ci stiamo alla vecchia logica dell’occupazione del potere che torna con la prossima nomina della nuova Autorità portuale, da parte del ministro Lupi, noi“, sostiene Giovanni Belmonte del meetup 162 del Movimento 5 Stelle.
“Crediamo di fondamentale importanza pensare alla portualità calabrese come sistema, abbiamo strutture che possono creare occupazione, lavoro e indotto, un sistema integrato che inglobi anche Messina, una governance unitaria e coordinata, fino ad oggi c’è stato solo un sistema portuale governato male, non attrattivo e soprattutto improduttivo.
Dobbiamo rafforzare il polo siciliano e quello calabrese, sullo Stretto, solo questo può creare una realtà di eccellenza, una nicchia importante per il futuro dei territori rivieraschi, una strada giù aperta dall’Unione Europea con il progetto ESI sugli Stretti europei”.
Per Belmonte è necessario l’intervento immediato delle autorità del territorio come i sindaci, solo loro possano dare un indirizzo specifico e altamente qualificato con la proposta della creazione di un sistema portuale
“Infatti nonostante i ventilati record del 2013, con 3 milioni e cento teus transitati nell’hub di Gioia in un anno, contro i 2,7 milioni dello scorso anno”, Belmonte insiste, “Se Scopelliti, intento a crearsi poltrone per sé e per gli amici, è incapace di creare ricchezza pubblica, non pensano lo stesso gli addetti del settore. Un segnale forte arriva ad esempio da Thomas Baumgartner, amministratore delegato di Fercam di Bolzano che ha una delle sue filiali europee a Rotterdam e che chiede a gran voce di lavorare in Italia ma dice anche che per crescere è importante l’internazionalizzazione, in effetti Rotterdam movimenta 12 milioni di teu e 450 milioni di tonnellate di merci, la portualità italiana arriva a malapena a 9 milioni di teu, Gioia Tauro, all’ottavo posto in Europa, movimenta 3 milioni di teu ma a tutt’oggi è solo un porto di transhipment, ossia di trasbordo”.
Belmonte aggiunge, “a Bruxelles, la Regione Calabria ha brillato per la sua assenza all’incontro sul futuro dei trasporti euro mediterranei, quindi avvertiamo noi il Governatore che vista la crescita dei porti nordafricani, c’è il rischio di una nuova marginalizzazione dei porti europei; probabilmente potrebbe funzionare la creazione di una Zona Economica Speciale (Zes), efficace per la crescita dei porti di transhipment non europei e delle loro aree logistiche e industriali”.
Soltanto con un’Autorità portuale forte come sistema, sostiene Belmonte, “Gioia Tauro può imporsi come primo porto europeo; la sua crescita attuale, ripresa da poco, sarà continua, ma non forte, per questo occorre adottare la ricetta Baumgartner cioè un sistema che, nel nostro caso, inglobi lo Stretto, come fatto con Villa e come richiesto da Vibo, fortemente penalizzato dalla carenza di servizi e di connessioni intermodali e che invece potrebbe godere degli effetti della zona economica speciale; ma anche le problematiche del porto di Crotone, Corigliano, Palmi”. In effetti, il declino di Taranto e il ritorno a Gioia Tauro della compagnia di navigazione danese Maersk Line, che recentemente ha stretto con MSC e con la Cma-Cgm nella P3 Network, che diventerà operativa nel secondo trimestre del 2014, aprono prospettive di grande respiro. “Un’occasione da non perdere”, dice Belmonte, “a noi non interessano le polemiche sui tanti nomi che circolano, interessa il lavoro e l’occupazione, il futuro di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie, con delle specificità diverse per ogni singolo porto, ma che devono essere affrontate con politiche di sistema e con il massimo della professionalità e competenza. Solo a Gioia Tauro ci si troverà di fronte alla scadenza della cassa integrazione che riguarda quasi 500 lavoratori diretti, oltre alle difficoltà per tutto l’indotto portuale”.