Uccisero ristoratore cosentino, assolti

Catanzaro Cronaca

Concluso oggi a Catanzaro, dopo oltre 3 anni dall'inizio, con 4 assoluzioni, il processo a carico di altrettante persone imputate per l'omicidio di Tullio Capalbo, ristoratore di 36 anni, ucciso con due colpi di pistola alla testa a Rende, nel cosentino, il 28 settembre del 1999, il cui cadavere fu trovato nel bagagliaio della sua Mercedes. Il giudice dell'udienza preliminare distrettuale, Tiziana Macrì, oggi ha assolto da tutte le contestazioni a loro carico "per non aver commesso il fatto" il presunto boss, Gianfranco Ruà, Sandro Daniele, Salvatore Salamò e Concettina Daniele, disattendendo le richieste di condanna del pubblico ministero, Raffaela Sforza. Secondo quanto emerse dalle indagini, Daniele e Salamò avrebbero ucciso Capalbo al fine di agevolare la cosca di 'ndrangheta capeggiata da Ruà. L'omicidio di Capalbo, sempre stando alla tesi della Procura distrettuale antimafia, sarebbe da collegare ad un prestito a tasso usuraio di 500 milioni di lire da parte del ristoratore per la realizzazione a Cosenza del centro sportivo Skorpion. Daniele e Salamo', fu spiegato all'epoca degli arresti, non sarebbero stati in grado di restituire la somma ricevuta in prestito maggiorata degli interessi a tasso usuraio pattuiti. Da qui la decisione di uccidere Capalbo, il quale, nel tentativo di recuperare i 500 milioni di lire dati in prestito, avrebbe anche tentato di diventare comproprietario del centro sportivo Skorpion.