Sigilli alle proprietà dell'ex consigliere Mimmo Crea. Per gli inquirenti intrecci tra il politico e le cosche dei Morabito-Zavettieri
Ammonta a 10 milioni di euro il valore dei beni sequestrati questa mattina all'ex consigliere regionale Domenico Crea, in carcere dal 28 gennaio dello scorso anno per concorso esterno in associazione mafiosa. Il concreto pericolo di dispersione, sottrazione ed alienazione del patrimonio ha indotto la magistratura ad emettere un decreto d'urgenza. Tra i beni sottoposti a sequestro anche la residenza di Crea, una villa con piscina, situata a Melito Porto Salvo, lungo la statale 106, composta da una ventina di stanze. Il provvedimento, inoltre, ha riguardato anche la struttura che ospita la clinica "Villa Anya" di proprietà della famiglia Crea, le cui partecipazioni erano state preventivamente sequestrate nel gennaio del 2008, in occasione dell'arresto dell'ex assessore regionale. Gli accertamenti dei carabinieri di Reggio Calabria hanno evidenziato una sproporzione tra le entrate dichiarate della famiglia Crea e le loro proprietà. Secondo i carabinieri, Domenico Crea, medico ed uomo politico facente capo alla cosca Morabito-Zavettieri, di Africo e Roghudi, con il coinvolgimento della cosca Cordì di Locri e quella Talia di Bova Marina, nonché della cosca Iamonte di Melito Porto Salvo, si sarebbe "appropriato di fondi regionali destinati ad un gruppo consiliare". Lordinanza del Tribunale è durissima per Crea che, nelle vesti di amministratore regionale, avrebbe scelto di intrecciare legami con mafiosi per avere un trampolino di lancio e vantaggio sui rivali politici; avrebbe chiesto voti e scambiato promesse con le cosche. Quello di Crea, secondo gli inquirenti, sarebbe un vero e proprio interesse predatorio e parassitario, già in sé mafioso. Ma lordinanza del Tribunale raggiunge lapice quando considera la stessa indennità da consigliere, percepita da Crea negli anni 2001-2005, illegittima, in quanto egli avrebbe ottenuto la carica tramite lappoggio mafioso