Duplice omicidio fratelli Grattà: i dettagli dell'operazione
Avrebbero partecipato al duplice omicidio dei fratelli gemelli Vito e Nicola Gratta', 45 anni, avvenuto a Gagliato, piccolo centro del Catanzarese, a nord del comprensorio di Soverato, l'11 giugno scorso, rubando lo scooter utilizzato per l'agguato. Per questo, nei loro confronti e' stato predisposto lo stato di fermo con le accuse di concorso in omicidio, furto aggravato, lesioni e porto abusivo di arma da fuoco. L'operazione condotta oggi dai Carabinieri del Reparto operativo provinciale e della Compagnia di Soverato, pone un tassello importante nella ricostruzione della faida che da alcuni mesi sta insanguinando il territorio di Soverato e quello a cavallo con le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia. Il provvedimento e' stato emesso nei confronti di Alberto Sia, 26 anni, di Soverato, avvisato orale di pubblica sicurezza e figlio di Vittorio Sia, 51 anni, il presunto boss ucciso in un agguato il 22 aprile scorso; Patrik Vitale, 26 anni, di Satriano e Giovanni Catrambone, 22 anni, di Montepaone, entrambi noti per piccoli fatti di cronaca. Con loro e' indagato anche un minore, mentre si procede nei confronti di ignoti in attesa di ricostruire anche l'identita' dei due killer che hanno ucciso i fratelli Gratta'. Nel corso della conferenza stampa, che si e' svolta questa mattina a Catanzaro, nella sede del Comando Legione Carabinieri Calabria, e' stato ricostruita l'attivita' delle indagini, alla presenza del procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, del procuratore Salvatore Murone (titolare del fascicolo assieme al sostituto Vincenzo Capomolla), del comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Claudio D'Angelo, del comandante del Reparto operativo provinciale, il tenente colonnello Giorgio Naselli, il comandante della Compagnia di Soverato, capitano Emanuele Leuzzi. Il duplice omicidio dei Gratta', dunque, sarebbe la risposta all'assassinio di Vittorio Sia. Le intercettazioni telefoniche e ambientali, e i riscontri investigativi, hanno permesso di verificare che i tre giovani avrebbero rubato lo scooter, utilizzato per l'agguato, a Catanzaro. Lo stesso motociclo e' stato rinvenuto bruciato in localita' Pieta' di Petrizzi, non distante dal luogo dell'agguato. Una zona che, secondo gli investigatori, sarebbe sotto il controllo proprio di Sia e degli altri due fermati. E' qui che i carabinieri hanno rinvenuto anche una pistola, bruciata assieme allo scooter, con quattro colpi nel caricatore, assolutamente compatibile con quella utilizzata per l'agguato, una 9x19. Nella zona, dove esiste una galleria delle Ferrovie della Calabria dismessa, sono state rinvenute anche due pistole avvolte in un sacco di plastica (una calibro 38 e una calibro 357 Magnum entrambe pronte per sparare) e una macchinetta cambia monete, frutto di un furto simulato avvenuto in un bar di Soverato e al quale avrebbero partecipato alcuni dei tre fermati. Il colonnello D'Angelo ha sottolineato che si tratta di "un importante risultato vista la faida in corso, l'inizio di un percorso per l'individuazione dei responsabili dei vari omicidi". Una ricostruzioneripresa anche dal procuratore Lombardo, il quale ha aggiunto che "e' stato colpito un pezzo dell'organizzazione", evidenziando che in alcune captazioni Alberto Sia avrebbe ripetuto piu' volte la necessita' di vendicare l'omicidio del padre. Il procuratore Murone ha ricordato che "siamo davanti ad una vicenda criminosa ben piu' ampia, che oltrepassa i confini della provincia di Catanzaro e l'attenzione investigativa dei carabinieri risale a prima dell'avvio della faida. Si tratta di uno scontro per il predominio sulla zona - ha proseguito - per questo e' riduttivo parlare di faida, dal momento che e' uno scontro tra interessi diversi e organizzazioni diverse della 'ndrangheta". Il tenente colonnello Naselli ha richiamato la "reazione immediata degli inquirenti per chiudere la faida, e la presenza del figlio di Sia conferma le ipotesi formulate sin dall'inizio". Nel ripercorrere l'attivita' investigativa, il capitano Leuzzi ha elaborato le varie prove a carico dei tre fermati, aggiungendo che nel giardino della casa di Sia e' stato anche rinvenuto un barattolo con 45 grammi di cocaina.