Carabinieri, tre arresti per usura a Vibo Valentia
I Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia hanno arrestato Carmelo Giuseppe Soriano, pregiudicato del '91 di Filandari, Francesco Parrotta, classe '83 di Ionadi, e Loielo Rinaldo, anche lui del '91 di Gerocarne, sorprendendoli nel sonno nelle loro abitazioni. Le accuse di cui devono rispondere sono di tentata estorsione, estorsione e danneggiamento, tutti reati aggravati dalle modalità mafiose. La vicenda comincia nel maggio scorso quando una notte si sviluppa un incendio che interessa alcuni mezzi della Vibo Calcestruzzi, società ormai fallita e rilevata dalla Drusal Calcestruzzi di Lamezia Terme. Le cause dell'incendio non sono chiare ma gli uomini della Stazione Carabinieri di Vibo Valentia e del N.O.R.M. scoprono che intorno alla ditta lametina si muovono alcuni affiliati alla famiglia dei Soriano, che è egemone proprio in quell'area e che più volte è stata interessata da analoghe vicende giudiziarie. Tra le persone che si notano con più frequenza nei pressi dell'azienda vi è il figlio del ben più noto Gaetano Soriano, Carmelo Giuseppe. Questi addirittura, come un piccolo boss in erba, si fa accompagnare nei propri spostamenti dal fratello della sua fidanzata, Loielo, o da un altro fidato, Francesco Parrotta. I due svolgono la funzione di guardia del corpo e di simbolo del potere in crescita del giovane. I Carabinieri, grazie ad alcune telecamere, osservano il trio che si reca per giorni e giorni di seguito presso la ditta lametina intimando ai dipendenti di riferire ai titolari che devono pagare 10 mila euro subito e 2 mila ogni mese per evitare che l'incendio che ha danneggiato i mezzi all'inizio di maggio possa ripetersi, magari con conseguenze peggiori, o magari interessando tutti i cantieri della società. Una vera e propria assicurazione quella imposta dai tre che sottolineano come siano i rappresentanti di personaggi molto più potenti e pericolosi e che se le richieste non verranno accettate l'azienda potrà considerarsi chiusa già dai primi giorni di luglio. Il gruppo, che anche tre volte alla settimana si presenta nell'area industriale di località Aeroporto per ribadire la propria egemonia e far capire ai titolari della ditta chi comanda, arriva anche a requisire, quasi fossero dei feudatari, interi carichi di inerti depositati nei magazzini. Carichi che vengono prelevati e portati via a titolo di acconto sui futuri pagamenti. I giovani, costringono addirittura le proprie vittime a lasciare i cellulari all'interno degli uffici della società e ad uscire all'aria aperta per parlare e rappresentare le proprie richieste estorsive, lontano da orecchie indiscrete. Questa notte i militari dell'Arma delle Compagnie di Vibo Valentia e Serra S. Bruno, temendo che i tre potessero darsi alla fuga, hanno deciso di intervenire, sottoponendoli tutti a fermo di polizia giudiziaria. Nel corso dell'attività i militari hanno anche sequestrato due macchine usate dagli arrestati per recarsi presso la ditta lametina a chiedere il pizzo. L'operazione, denominata "Vizio di famiglia" è ancora più importante e significativa se si pensa alla totale assenza di collaborazione da parte delle vittime che non hanno minimamente aiutato gli investigatori, preferendo soggiacere in silenzio alle richieste ed ai soprusi dei propri aguzzini che rivolgersi ai Carabinieri.