Confartigianato, export in calo in Calabria
Le PMI Italiane sono, secondo l’indagine Confartigianato, in pole position nella corsa del made in Italy sui mercati internazionali. A spingere i nostri prodotti all’estero sono i settori manifatturieri dove maggiore è la presenza di micro e PMI.
In generale un dato confortante che arriva in un quadro ancora nero e improntato alla grande incertezza dell’economia. La vocazione all’export è unodei tanti punti di forza dell’artigianato artistico e dell’agro alimentare che, nonostante la crisi, riescono a conquistare i mercati esteri con l’alta qualità dei prodotti made in Italy e costituiscono una componente importantissima dell’economia italiana.
Oltre 4,1 milioni di piccole aziende, che danno lavoro a più di 14 milioni di addetti, rappresentano il 94% delle imprese al netto del comparto agricolo e impiegano quasi il 59% degli occupati, realizzando il 62% del valore aggiunto. In sintesi, il vero nerbo portante dell’economia del nostro Paese, che, evidentemente per la struttura micro e piccola delle aziende, viene sottovalutata e tante volte ignorata.
Fa bene il nostro Presidente confederale Giorgio Merletti a dichiarare: che Italia sarebbe senza la piccola impresa? E’ ora di pensare seriamente al ruolo che le piccole imprese devono avere se vogliamo concretamente avviare la ripresa e di conseguenza bisogna liberarle dai troppi costi della burocrazia e della fiscalità non più sostenibile. Anche questa indagine dimostra il ruolo importante recitato da tante micro imprese che dimostrano di poter far affermare il made in Italy perché, malgrado piccole, pensano in grande. Riflettete un attimo se veramente fossero aiutate e supportate dal Governo e dal sistema finanziario, sarebbero una vera forza della natura a disposizione di una nazione in ginocchio che registra una disoccupazione devastante.
L’indagine certifica che le Regioni che brillano maggiormente sono l’Umbria e la Toscana con aumenti importanti , rispettivamente un + 13,6% e + 8,6%, seguono la provincia autonoma di Bolzano che fa segnare un +8,2%, la Puglia (+5,3%), la Campania (+4,7%), il Friuli Venezia Giulia (+4,1%), il Veneto (+3,8), le Marche (+3,2%) e Lombardia (+3,0%). Purtroppo secondo questo report confederale la Calabria registra un calo del 2,3% che conferma un trend recessivo ormai diventato insopportabile. In questo contesto turbolento, a tenere alta la bandiera made in Italy nel mondo sono soprattutto i prodotti in pelle che mostrano un aumento del 7,1% del valore delle esportazioni. Bene anche il settore alimentare (+5,2%), gli articoli di abbigliamento (+2,8%), i prodotti in metallo e i mobili (+1,8%).
I bassi volumi delle esportazioni delle nostra Provincia, pur in presenza di un piccolo aumento, sono trainate dal settore enogastronomico dell’area cirotana. A livello provinciale la migliore performance per le vendite all’estero del made in Italy proveniente dalle piccole imprese è quella di Ravenna che, tra settembre 2012 e settembre 2013, ha visto crescere le esportazioni del 43,6%.
Al secondo posto della classifica provinciale per il maggiore incremento di export si colloca Piacenza (+25,3%), seguono Arezzo (+18,4%), Salerno (11,7%), Forlì-Cesena (11%), Firenze (10,6%), Perugia (10,5%), Vercelli (8,6%), Bolzano (8,2%), Alessandria (7,8%), Macerata (6,4%), Udine (6,2%), Modena (6%), Cremona (5,5%), Fermo, Belluno e Milano (tutte tre con il +5,3%).