Porto e progetto Aspo, Grillo: buona l’idea, ma restano delle perplessità
«Riqualificazione del porto Santa Venere, rilancio della struttura e valorizzazione del territorio vibonese. Se davvero sono questi gli ingredienti alla base del progetto elaborato dall’Azienda speciale porto della Camera di commercio di Vibo, la Regione Calabria non può che esserne contenta». Questa è l’opinione espressa dal consigliere regionale Alfonso Grillo rispetto al progetto camerale, condiviso dal Comune e presentato nei giorni scorsi, ideato per il rilancio dell’infrastruttura marittima di Vibo Marina.
Come ha avuto modo di sottolineare l’assessore al ramo, nel corso della conferenza stampa di presentazione dello stesso progetto, «l’idea di un intervento sulla struttura orientato all’implementazione dell’offerta turistica delle Marinate non può che esser condivisa dalla Regione», anche perché rientrante nelle progettualità dell’esecutivo calabrese, il quale - attraverso i suoi vari rappresentanti - si è sempre espresso in favore della valorizzazione della vocazione turistica posseduta dal territorio. La posizione di Grillo, pertanto, non si allontana da quella assunta da Fedele.
«Un intervento di tipo turistico è buona cosa per il Vibonese - ha detto il consigliere -, specie se questo non inficia le attività commerciali che si svolgono nell’area portuale. Ma, volendo ragionare con un minimo di senso della realtà, per procedere al rilancio del porto, e di conseguenza del territorio, bisogna agire seguendone le necessità. Questo è l’orientamento che io stesso ho seguito nel formulare un’iniziativa legislativa (proposta di legge numero 497), tesa allo sviluppo dell’area portuale. Perché la struttura va prima di tutto adeguata, dalle banchine ai fondali e, senza la rimozione degli ostacoli strutturali che ne depotenziano le attività, ne soffrirà l’intero comparto urbano e industriale retto dall’infrastruttura».
L’intervento turistico quindi sarebbe da inquadrare nell’ottica complessiva e finale dello sviluppo del porto e non, secondo il consigliere, come primo passo da compiersi. «Siamo tutti certi del fatto che il turismo sia l’arma vincente del Vibonese. Ma le amministrazioni locali, nella definizione di una progettualità, dovrebbero anche ragionare in termini di vantaggi.
Io mi chiedo, come fanno in tanti: cosa guadagna il Comune di Vibo ad affidare la gestione del Santa Venere alla Camera di commercio per dieci lunghi anni? Non mi sembra di rinvenire - ha proseguito Grillo - nella delibera in cui si approva lo schema di accordo (la numero 181 del 21 giugno scorso) alcuna risposta in merito, anzi. Quel che emerge è, appunto, “che il Comune dovrà provvedere ad acquisire tutte le autorizzazioni necessarie per la gestione, impegnandosi sin d’ora che nelle stesse sia prevista l’utilizzazione economica da parte della Camera di commercio per 10 anni dal collaudo finale”.
E della ratio per cui si sceglie questo indirizzo nella deliberazione non ve n’è l’ombra. Non sarebbe stato meglio, nell’eventualità della realizzazione del progetto, lasciare in capo al Comune la gestione dell’infrastruttura? Inoltre, la gestione così concepita darebbe alla Camera di commercio competenze anche rispetto ai box che saranno posti al di sotto della passeggiata sopraelevata, ma in quel caso si tratterebbe di affidamento di attività o servizi mediante concessione, secondo quanto sancito dall’art. 42 del Testo unico enti locali (Attribuzioni consigli) al co. 2 lettera “e”, materia di esclusiva competenza del consiglio, tant’è che nella delibera numero 181 si prevede di sottoporre allo stesso civico consesso la stipula della convenzione in questione.
Non ritengo, pertanto, possibile che la giunta impegni se stessa o il consiglio, senza averlo nemmeno opportunamente interpellato, a concedere un bene che tra l’altro andrebbe attribuito con gara a norma del codice dei contratti pubblici. Altrimenti si avrebbe che, offrendo “gratuitamente” un progetto di 30mila euro, alla Camera si fa il favore di far gestire, senza gara, una struttura che può fruttare molto di più».
Aspetti, quelli messi in evidenza da Grillo, su cui si vorrebbero dei chiarimenti. «Comunque - ha concluso il capogruppo -, volendo superare le perplessità rispetto alle modalità con cui l’amministrazione di palazzo “Razza” ha inteso aderire al progetto camerale, se l’intenzione reale è quella dello sviluppo dell’area e del territorio, che ben venga».