Oreste Romeo, Lista Scopelliti: Minuetti di una “politica” non piu’ attuale
"E’ legittimo che l’assessore Provinciale alla Cultura, Eduardo Lamberti Castronuovo, coltivi la velleità di liquidare un’importante stagione vissuta dalla nostra Città sulla ribalta nazionale, ma le regole del confronto civile e democratico legittimano sulle sue dichiarazioni di ieri una presa di posizione netto e risoluto dissenso, soprattutto a tutela dei più, che poi si identificano con gli autori di un convinto contributo che ha dato a quella fase una eccezionale spinta propulsiva in grado di esaltare gli aspetti positivi dell'identità reggina". E' quanto scrive Oreste Romeo, coordinatore provinciale di Reggio Calabria della lista Scopelliti presidente.
"Al solo fine - continua la nota - di sgomberare il campo da qualsivoglia equivoco, è bene che io escluda a chiare note che il giudizio poco lusinghiero espresso da Lamberti rifletta motivazioni “individuali”, siano esse il chiaro responso consegnato dalle urne del 2007 piuttosto che il non essere stato egli annoverato tra i protagonisti di quel momento magico che ha visto Reggio imporsi all'attenzione nazionale tanto da suscitare ovunque un interesse positivo prima d'allora sconosciuto.
E dunque, intendo evidenziare sorpresa per avere, l'Assessore, con quelle ingenerose affermazioni, trasmesso la sensazione di voler sposare e fare propria una deriva populista e demagogica che non rende affatto giustizia alla sua storia personale di efficiente e brillante imprenditore cui ritenevo fosse ben chiaro il concetto di "investimento" posto a base, in quella fertilissima stagione, di iniziative mirate ad assicurare centralità alla Città di Reggio Calabria e ad affermare l'idea che qui al Sud si possa e si debba vivere all'altezza dell'incanto di cui ci ha fatto preziosissimo dono il Padreterno.
Fu proprio tale incrollabile convincimento a fare sì che le roventi polemiche suscitate dal caso del famoso pianoforte a coda Steinway non mi vedessero schierato tra quanti si scagliarono contro il dott. Lamberti, così come oggi mi risulta del tutto naturale manifestare sentito rammarico nel dover prendere atto che la Cultura sembra esser diventata strumento per alimentare schermaglie "politiche".
La Cultura, per definizione, è destinata ad aprirsi al nuovo, ad altre e più ampie prospettive, a diverse e positive contaminazioni, sì da porsi come fattore di aggregazione e coagulo delle differenti sensibilità inevitabilmente destinate ad incrociarsi nel percorso di crescita di qualsiasi comunità.
Così non fosse, sarebbe davvero elevato il rischio che dietro il paravento della Cultura si possa celare la sterilità dell’intolleranza o, peggio, l’inconcludenza di qualche altro fattore di inammissibile disgregazione ed arretramento.
Ancor più grave sarebbe se tutto ciò avvenisse in una realtà territoriale come la nostra, martoriata da un ridondante periodo di estenuante ed inutile “commissariamento” che subiamo a tanti, troppi livelli: è questo l’approssimativo ed inappagante contesto all’interno del quale traggono origine eccessi di ogni genere, diffusi quanto dannosi.
Ora, a me pare, e me ne dolgo, che le pubbliche dichiarazioni rilasciate ieri dall'Assessore Lamberti riflettano la titolarità di una delega che non appare più strategica, almeno non più nella stessa misura che ci si attendeva al momento del suo conferimento ad un uomo privo di tessera, in quanto tale, imposto alla politica quale prodotto della operosa società civile reggina.
Purtroppo, oggi non sembra esser più così, soprattutto a causa di “logiche” che rievocano i minuetti di una “politica” non più attuale.
Ciò che si percepisce, infatti, è un tangibile depotenziamento che quella importante delega assessorile subisce a fronte di una connotazione “di parte” che nei fatti ad essa si conferisce, ed a questo risultato non può dirsi neppure estranea la martellante, roboante, parossistica e sbilanciata attività messa quotidianamente in campo dalla stessa emittente televisiva di Lamberti, cui mi sento di manifestare, sempre e comunque, la mia personale stima per la passione che lo porta a lanciare il cuore oltre l’ostacolo, immaginario od esistente che esso sia".