Carceri: Lamezia chiude; Uilpa “politica indifferente”
La chiusura del carcere di Lamezia Terme, paventata nei mesi scorsi, è ufficiale. Lo rende noto Gennarino De Fazio, segretario nazionale della Uilpa Penitenziari. "Adesso - dice De Fazio - - l'Amministrazione comunale ed i politici locali, magari anche durante la campagna per le Europee, facciano il "mea culpa" e, se possono, vedano come favorire soluzioni che seppur di ripiego potrebbero essere anche di un certo pregio. A nulla servirebbe difendere l'indifendibile, i buoi sono ormai scappati e trasformati già in bistecca da chi li ha trovati". De Fazio aggiunge: "Almeno dal 2006 ripeto ad ogni pie' sospinto e talvolta in perfetta solitudine, venendo persino tacciato di fare allarmismo, che la struttura penitenziaria lametina sarebbe stata inevitabilmente dismessa, perlomeno con quella destinazione d'uso, e che sarebbe stato necessario attivarsi per l'edificazione di un moderno penitenziario. Purtroppo - dice - mi sono scontrato con la sostanziale letargia, in qualche circostanza non solo metaforica, dell'Amministrazione comunale e con il muro d'indifferenza della politica, al di la di qualche occasione di facile passerella come la partecipazione disinformata al Consiglio comunale aperto del 20 maggio dell'anno scorso di qualche suo esponente di spicco. L'origine della decisione di espoliare Lamezia Terme del carcere, difatti, risale agli anni a cavallo fra il 2008 ed il 2009, quando nel primo piano straordinario di edilizia penitenziaria si decise di costruire un nuovo padiglione per ulteriori 350 posti (elevabili) a Catanzaro. Da quel momento - sottolinea - ho sempre detto, scritto e sostenuto in tutte le sedi che con la messa in funzione di quel padiglione la casa circondariale lametina sarebbe stata dismessa. Ma i maggiori politici lametini erano forse troppo impegnati in banchetti elettorali". Secondo il Segretario Nazionale della UILPA Penitenziari " bisogna sostenere fattivamente l'idea già in essere di recuperare la struttura del vecchio carcere e destinarla a base logistica forse persino interregionale per l'Amministrazione e la Polizia penitenziaria. Si manterrà così - prosegue - un presidio di sicurezza, si fornirà supporto alla Polizia penitenziaria nell'ambito dell'attività che dovrà comunque espletare in città e nel circondario e vi sarà anche un ritorno d'immagine e, soprattutto, per l'economia cittadina. Certo, per l'economia non sarà come avere un moderno carcere di medie dimensioni, ma dal punto di vista del prestigio - conclude - sara' pure meglio. Soprattutto, non c'è altra soluzione: o questo o nulla". (AGI)