Confartigianato Cutro solidale con Michele Gentile
"La Confartigianato di Cutro insieme a tutti gli artigiani e commercianti associati esprime la massima solidarietà per l’imprenditore Michele Gentile e la rispettiva famiglia vittima di un attentato intimidatorio. Il fatto è legato con molta probabilità alla denuncia dei giorni scorsi sporta dalla vittima per dire no ad una richiesta di danaro a titolo estorsivo. Michele Gentile Rappresenta un caso anomalo nello scenario locale. Segno, probabilmente, del momento anche molto difficile che vivono le attività commerciali penalizzati dalle situazioni di disagio infrastrutturali ma, anche dalle condizioni svantaggiose". E' quanto scrive Antonio Migale, responsabile di Confartigianato di Cutro.
"Spese e tassi di interessi più alti - continua la nota - premi assicurativi più alti e difficoltà maggiori nell’accessione al credito rispetto al resto di Italia. Se a questo si aggiunge l’ambiente dove la linea di confine tra mafia e istituzioni è sempre più impercettibile allora il gesto di Michele Gentile assume un importanza rilevante direi eroica. Rappresenta un anticorpo debolissimo rispetto alla metastasi di criminalità e corruzione in cui versa il nostro territorio. Probabilmente non occorrerà più la doverosa parata festaiola di solidarietà che terminerà con un nulla di fatto ma forse più concretamente servirà un approfondimento del fenomeno per rafforzare questi anticorpi e dove paradossalmente vittime ignare sono anche, sempre più, i soggetti giovanissimi che si affacciano a questa vita violenta e senza futuro. Vittime perché sono il frutto di una diseducazione sociale permeata ormai in ogni strato della società. Un ambiente permeato da malaffare e dove ancora non si è riusciti a debellare la cultura mafiosa radicata negli stili di vita di ognuno e dove soggetti così “ giovanissimi “ sono la triste conseguenza. A questo punto, a titolo strettamente personale, un pizzico di solidarietà la esprimerei anche a favore del “giovanissimo reo”, sottolineandogli che proprio di recente da una ricerca di studiosi si è appurato che nei luoghi ad alto potenziale mafioso c’è un largo uso di psicofarmaci e tranquillanti e nello specifico proprio da soggetti che hanno fatto scelte così difficili, a riprova che anche in questi ambienti non si vive una vita idilliaca. Direi che si potrebbe ripartire da qui".