“Vertenza Comunicazione” in Calabria, la Slc Cgil Calabria sfodera Cestaro
"Il Sindacato Lavoratori della Comunicazione è la federazione della CGIL che si occupa delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto della comunicazione. Dal settore delle telecomunicazioni alle poste, da compartimento dei grafici all’editoria, dall’emittenza alla produzione culturale, il comparto della Comunicazione rappresenta per la Calabria uno degli asset strategici per l’intera regione. Sono circa 30 mila gli addetti che operano nei settori sopraelencati e che contribuiscono all’economia della regione con una immissione di salari che va oltre i 500milioni di euro all’anno.
La politica locale sembra non aver compreso le reali potenzialità di questo settore, nonostante negli anni diverse siano state le sollecitazioni delle parti sociali nei singoli settori. Oggi ci ritroviamo con uno dei settori produttivi strategici per la nostra regione che, sotto i colpi della crisi, in alcuni casi, o causa la completa assenza di regole, in altri, rischia il tracollo se non si interviene nell’immediato.
La Slc Cgil Calabria, avvierà pertanto una fase di confronto costruttivo con le parti sociali, datoriali ed istituzionali, al fine di valutare proposte condivise che da un lato possano mettere in sicurezza il comparto proteggendo gli attuali livelli occupazionali, e dall’altro rilancino l’intero settore per uscire dalla crisi di comparto ed avviare una nuova fase produttiva, ridando slancio a questa terra.
Saranno poste le basi, quindi, per la costruzione di una “Vertenza Comunicazione Calabria” e nel lanciare questa fase la Slc Cgil Calabria potrà vantare il supporto del Segretario Generale nazionale Massimo Cestaro, che sarà in Calabria nei prossimi giorni per confrontarsi con il gruppo dirigente della slc calabrese ed i rappresentanti dei lavoratori del settore.
Dalla crisi dell’emittenza privata che ha colpito molte televisioni locali, al “caso RAI” che secondo le intenzioni del governo la Calabria rischierebbe di perdere la sede regionale ed i lavoratori del comparto tecnico di RayWay, con tutto ciò che ne deriverebbe anche nell’indotto. Dalla recessione dell’editoria al ridimensionamento complessivo delle attività nel settore della stampa, sia essa poligrafico che grafico-editoriale, che stanno mettendo in ginocchio centinaia di famiglie calabresi.
Per arrivare alla crollo del settore Telecomunicazioni, derivante più che da una crisi di lavoro o assenza di attività, dalla mancanza totale di regole nel comparto che crea fenomeni di dumping incontrollato, che sta portando grosse aziende del settore degli impianti, ma anche importanti realtà di call center in outsourcing, sull’orlo dell’implosione.
Fino a giungere al comparto della produzione culturale, settore dalle enormi potenzialità in una terra ricca di storia e tradizione come la Calabria, che potrebbe rappresentare una occasione importante per la creazione di posti di lavoro, oltre che un vero e proprio volano per l’economia di questa terra, ma che causa la miopia e l’inadeguatezza della classe politica locale è rimasta una triste chimera."