Territorio: Demoskopika, Tirreno cosentino investito dalla crisi
Meno turismo, più disoccupati, più spostamenti per cure sanitarie, calo di fatturato per le imprese, bilanci domestici in crisi. E' la fotografia scatatta dall'istituto di ricerca Demoskopika sui comuni del Tirreno cosentino.
"Il turismo sul Tirreno cosentino - si legge nel rapporto - perde quote di mercato: nel 2013, si sono registrati circa 206 mila arrivi per un totale di 1 milione 148 mila presenze ed un giro d'affari stimato di circa 165 milioni di euro. Un andamento in diminuzione del 12,4% rispetto al 2011. Una contrazione dei flussi turistici determinata prioritariamente dalle presenze straniere che hanno subito una flessione del 22,4% nel biennio considerato. Ben il 61,6% degli arrivi si sono concentrati nelle localita' di Scalea (41.614 arrivi pari al 20,8% sul totale complessivo), Amantea (30.362 arrivi pari al 14,9%), Praia a Mare (30.111 arrivi pari al 14,8%) e Diamante (23.037 arrivi pari all'11,3%).
L'andamento non cambia - si fa rilevare - anche analizzando la distribuzione dei pernottamenti: Scalea (237.448 presenze pari al 20,8%), Praia a Mare (198.984 presenze pari al 17,4%), Diamante (143.410 presenze pari al 12,6%) e, infine, Amantea (101.935 presenze pari all'8,9%). La poca destagionalizzazione, di fatto, - fa rilevare l'istituto - continua a penalizzare la costa tirrenica della provincia di Cosenza. Circa 1,1 milioni di presenze, pari al 91,9% del totale, si consumano nella stagione estiva: 106.837 presenze a giugno, 296.907 a luglio, 533.742 ad agosto e 119.007 a settembre". Brutte notizie anche per quanto riguarda il lavoro: ben 4 mila disoccupati in più, persi mille posti di lavoro femminili.
"Il bollettino di guerra - scrive Demoskopika - è di quelli che fanno raggelare il sangue e crollare sogni, speranze ed aspettative. Secondo l'ISTAT, in meno di due anni, dal 2011 al 2013, il tasso di disoccupazione in Calabria è crollato di oltre 10 punti percentuali, passando dal 12,9% del 2011 al 23,1% del 2013. Un dato dietro i quali si celano sofferenze, quotidianità di giovani e famiglie fiaccato dal disagio e dal progressivo impoverimento". I numeri dell'Istituto nazionale di statistica sono impietosi: a partire dal 2011 per arrivare ad oggi, ci sono circa 75 mila disoccupati in più, di cui poco piu' di 4 mila nell'area del tirreno cosentino. Un record negativo confermato anche dall'andamento del mercato del lavoro femminile nell'area tirrenica nel biennio stimato da Demoskopika: oltre 3 mila donne calabresi in cerca di lavoro, vale a dire oltre 1.300 disoccupate in piu' rispetto al 2011. Parallelamente la quota di occupate si è contratta con circa mille posti di lavoro persi tra le donne in soli due anni".
Per quanto riguarda la sanità, dal 2009 al 2013, sono stati quasi 306 mila i calabresi che hanno migrato dal loro luogo di residenza per farsi ricoverare in un'altra regione originando una spesa sia per il sistema sanitario calabrese, sia per le famiglie quantificabile in quasi 1,8 miliardi di euro. Poco meno di 460 milioni di euro per l'assistenza dei familiari ai calabresi ricoverati fuori regione. Per Demoskopika, poco meno di 16 mila ricoveri fuori regione con un costo sociale complessivo di circa 72,5 milioni di euro di cui 3,7 milioni di euro spesi dalle famiglie del tirreno per assistere i loro "cari". "Accanto alla mobilità motivata da ragioni strettamente sanitarie - si legge - esiste una migrazione correlata ad altri fattori, quali, primi fra tutti, la carenza di servizi essenziali o la sfiducia verso quelli esistenti. Ad ogni modo, cio' ha comportato e comporta enormi disagi per ciascun calabrese costretto a recarsi in un'altra regione per ricevere una prestazione sanitaria e per le famiglie chiamate ad assistere il loro congiunto".
Pesante la crisi economica: circa 4 mila imprese locali lamentano peggioramento fatturato dal 2005. "Dal 2005 al 2013 - secondo l'istituto Demoskopika - si è verificato un andamento peggiorativo della situazione economica dell'area tirrenica della provincia di Cosenza. Trend misurabile, in tutta la sua evidenza, soprattutto con il crollo dei fatturati aziendali che, nell'arco temporale osservato, ha segnato una costante perdita di mercato delle imprese locali alimentando una crescente mortalità del tessuto imprenditoriale e produttivo". Dall'analisi del fatturato, rilevato dal sotto-campione dell'indagine annuale di Demoskopika sulla congiuntura economica locale e misurato come differenza tra le percentuali di risposte positive degli imprenditori dell'area tirrenica che segnalano un aumento dell'indicatore in esame e quelle che ne indicano una diminuzione, emerge una situazione che non lascia spazio ad alcun dubbio circa il peggioramento della situazione economica locale: il fatturato ha subito una drastica impennata verso il basso di oltre 51,7 punti percentuali. Un andamento negativo sostenuto da circa 4 mila imprese attive nell'area osservata su un totale di imprese attive sul territorio analizzato pari a poco più di 7 mila 500 unità. Infine i ilanci domestici: 44 mila famiglie tagliano i consumi di 72 milioni di euro in un solo anno.
"Si riduce in maniera rilevante la qualità della vita, - scrive l'istituto - aumentano i consumi legati a casa e bollette per circa 23 milioni di euro. Risultato? Le famiglie del Tirreno cosentino collassano: in un solo anno, dal 2012 al 2011, circa 44 mila nuclei familiari hanno ridotto drasticamente i loro comportamenti di acquisto di oltre 72 milioni di euro. Una stima della contrazione ottenuta estendendo all'intero anno la riduzione della spesa media mensile familiare regionale, moltiplicando il dato per il numero complessivo dei nuclei familiari calabresi e ipotizzando un andamento simile nei comportamenti di acquisto delle famiglie residenti nell'area del Tirreno cosentino. La crisi economica non risparmia, in alcun modo, neanche le famiglie della Riviera dei cedri costringendole modificare il proprio stile di vita, a partire dalle decisioni di acquisto dei generi alimentari. Una modifica dei comportamenti di acquisto forzata, principalmente, da un esponenziale incremento di voci e spese legate alla quotidianità: affitto, bollette della luce e del gas, condominio, scuola tanto per fare qualche esempio più evidente".
Dati positivi solo in riferimento alla raccolta differenziata, con Guardia Piemontese, San Lucido, Tortora e Cetraro sul podio. "Per l'anno 2012, in base alle elaborazioni di Demoskopika dei dati acquisiti dal Report Rifiuti dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria (ARPACAL), la percentuale di raccolta differenziata - si legge - dell'area del Tirreno Cosentino si attesta al 19,8%, superiore di 3,5 punti percentuali rispetto al dato regionale fermo al 16,3% e in linea con la provincia di Cosenza (20,1%). E' stato Guardia Piemontese con il 40,35% dei rifiuti che vanno in differenziata, il comune del Tirreno cosentino più virtuoso nel 2012 per quanto riguarda il rapporto tra tonnellate di rifiuti urbani prodotti e, appunto, quelli raccolti con il sistema della differenziata. A seguire San Lucido con il 33,14%, Tortora con il 32,81%, Cetraro con 27,78% di raccolta differenziata. Ecco le percentuali di raccolta differenziata, suddivise per gli altri comuni dell'area tirrenica cosentina: Praia a Mare (21,1%), San Nicola Arcella (15,9%), Santa Domenica Talao (25,0%), Scalea (8,3%), Santa Maria del Cedro (25,5%), Diamante (3,6%), Buonvicino (14,1%), Bonifati (14,9%), Fuscaldo (3,7%), Paola (18,4%)".
Demoskopika si sofferma anche sulla spesa per la sicurezza. "Secondo la CGIA di Mestre, - si legge - in Italia si pagano quasi 44 miliardi di euro all'anno di tasse ambientali, ma solo 448 milioni di euro, paro ad un misero 1 per cento, vanno a finanziare le spese per la protezione ambientale e la messa in sicurezza del territorio. Se partiamo da questa analisi, la stima di Demoskopika sull'area del Tirreno avrebbe come risultato un dato altrettanto allarmante: su poco più di 75 milioni di euro pagati dai cittadini residenti in tasse ambientali soltanto 750 mila euro sarebbero utilizzati per la messa in sicurezza delle comunità rientranti nell'area del Tirreno della provincia di Cosenza".