‘Ndrangheta, giallo su crocifisso attribuito a Michelangelo
Portano a un vero e proprio mistero le rivelazioni captate nelle intercettazioni di Angelo Boccardelli, segretario della Fondazione Ugolini arrestato perché ritenuto contiguo alla cosca Molè di Gioia Tauro. L'uomo parla con qualcuno di un crocifisso ligneo che attribuisce a Michelangelo e dice di essere in possesso di perizie giurate che lo attestano. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Boccardelli per conto della cosca Molè di Gioia Tauro avrebbe curato l'importazione di prodotti contraffatti cinesi e avrebbe acquisito la gestione di Villa Vecchia a Monte Porzio Catone (Roma) per conto della stessa famiglia. Durante le perquisizioni del Ros nella lussuosa struttura alberghiera non hanno trovato nulla, sono state trovate altre opere d'arte, sulle quali si stanno eseguendo accertamenti, ma nessuna traccia del crocifisso. ''Forse Boccardelli ha temuto il crocifisso gli fosse sottratto da Cosimo Di Virgilio, un altro personaggio vicino alla cosca Molè'', spiega il sostituto procuratore antimafia di Reggio Calabria Roberto Di Palma. ''Sembra infatti - continua il magistrato - che l'opera sia stata portata a San Marino. Di questo non c'è certezza, è solo quanto risulta dalle intercettazioni. Comunque il crocifisso non è oggetto di indagine. E' Boccardelli a vantarsi di essere in possesso di questo oggetto, che ritiene la scoperta del secolo, ma non risultano opere di questo valore trafugate. Ha addirittura organizzato un convegno con il Rotary Club di New York mostrando delle foto per provare che è attribuibile a Michelangelo. Ma non ci sono altri elementi oggettivi''.