Maltrattamenti in famiglia: un arresto a Brancaleone
È stato convalidato ieri l’arresto operato in flagranza di reato dai Carabinieri della Stazione di Brancaleone nella sera del 2 giugno scorso, quando, Z. C., un 32enne di origine tunisina da tempo residente in Italia, per l’ennesima volta avrebbe maltrattato la convivente romena, 40enne.
Nella circostanza, i Carabinieri avrebbero accertato che gli episodi di violenza perpetrati dall’uomo nei confronti della donna si sarebbero susseguiti sin dal novembre dello scorso anno e sarebbero culminati nell’ennesima aggressione avvenuta nel tardo pomeriggio di lunedì scorso, cui l’immediato intervento dei Carabinieri ha posto termine.
È quello della Legge 15.10.2013, n. 119, recante “disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere”, un formidabile strumento apprestato dall’Ordinamento che garantisce maggiore protezione alle donne e contrasta, e se possibile previene, un fenomeno odioso e intollerabile. Infatti, al di là dell’inasprimento delle pene di 1/3 [se alla violenza assiste un minore e/o se la vittima è in stato di gravidanza e/o se la violenza è commessa dal coniuge (anche se separato) e dal compagno (anche se non convivente)], la legge prevede, tra l’altro, l’“arresto obbligatorio” in caso di flagranza per reati di maltrattamento familiare e stalking, nonché l’“allontanamento del coniuge violento dalla casa familiare” (che potrà essere controllato attraverso il braccialetto elettronico), l’“irrevocabilità” della querela per violenza e maltrattamenti (sottraendo, di fatto, la vittima dal rischio di una nuova intimidazione tendente a fargliela ritirare) e il “patrocinio legale gratuito” per le vittime che non si possono permettere un avvocato.