Grande attesa per la prova Invalsi seimila studenti
La prova scritta Invalsi, che si svolgerà il prossimo giovedì, resta fra le quattro previste,quella più difficile e che suscita certamente un po’ di apprensione fra i quasi seimila allievi delle terze medie della provincia reggina impegnati già da qualche giorno a conseguire la cosiddetta minimaturità.
Come si sa, le altre prove scritte, di italiano, lingue comunitarie e matematica, scienze e tecnologia sono predisposte dalle commissioni interne. Nessuna discrezionalità, invece, per la data in cui gli studenti dovranno sottoporsi alla prova Invalsi, fissata contemporaneamente in tutte le scuole secondarie di primo grado italiane il 19 giugno,dalle ore 8,30, e, in prima e seconda sessione suppletiva, il 25 giugno ed il 2 settembre.
Introdotta nel 2008 dall’allora ministro Giuseppe Fioroni per delineare un quadro globale nazionale del livello di preparazione degli alunni, dallo scorso anno la prova fa media con le altre all’esame di Stato .La prova nazionale punta a verificare al termine del percorso del primo ciclo di istruzione i livelli generali e specifici di apprendimento per l’italiano e la matematica tramite quesiti a scelta multipla e a risposta aperta.
La prova ovviamente è uguale per tutti e curata direttamente dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. Per rispondere ai quesiti i candidati hanno a disposizione 75 minuti per ciascuna materia. Per gli alunni con disturbi specifici di apprendimento o disabilità possono essere previste tempistiche diverse e strumenti ausiliari.
Effettuata la prova, le sottocommissioni procedono alla correzione avvalendosi di una apposita griglia predisposta dall’Invalsi e resa pubblica a partire dalle 12,00 dello stesso giovedì. Il voto massimo che ciascun candidato può ottenere è di 10/decimi.
E, a conferma della serietà e della massima attendibilità che si vuole dare agli esiti di questa prova, giungono come non mai le sollecitazioni dal Ministero della P.I. affinché le scuole assicurino un accurato controllo nominando due coppie di docenti per la vigilanza che dovranno insegnare una materia diversa da quella d’esame. Nessun altro, oltre ai professori nominati quali vigilanti e al presidente, potrà essere presente nelle aule durante le prove.
Nella stessa fascia oraria non sarà consentito l’accesso alle scuole da parte di estranei. Fra le misure “anti copiatura” sono previste anche la consegna dei cellulari da parte degli alunni e il posizionamento dei banchi che, dove possibile, saranno disposti uno dietro l’altro. Le prove, comunque, sono state organizzate in cinque versioni differenti con le domande uguali per tutti gli studenti, ma inserite in ordine diverso.
Gli esami proseguiranno poi con il colloquio pluridisciplinare che, vertendo sulle materie dell’ultimo anno, concludono la fatica della prima esperienza valutativa. Ma per quanto questi esami possano essere stati resi più difficili negli ultimi anni, a ben guardare gli esiti finali confermano che la percentuale di alunni licenziati si attesta su valori alti ,attorno al 99,7%. Il dato calabrese relativo ai licenziati per la minimaturità 2013 si attesta sul 99,6%, di 0,1 % al di sopra della media nazionale.
In merito alla votazione finale si evidenzia che il 27,5% dei candidati ha conseguito la maturità con il 6 , il 26,2% con il 7, il 20,7% con l’8, il 16,2% con il 9 , il 6,8% con il 10 e il 2,6% con dieci e lode. Il voto medio riportato alla prova finale Invalsi l’anno scorso è stato per la Calabria del 6,3 rispetto al 6,2 della media nazionale. Non c’è dubbio che queste prove hanno suscitato sin dallo loro apparizione dubbi e polemiche in tutte le componenti scolastiche.
Ma è pur vero che permettono di avere una misura comune per confrontare il livello raggiunto da un allievo milanese da uno reggino ,cosa che i voti degli insegnanti non riescono a fornire perché seguono criteri discrezionali. E, premesso che le prove possono essere perfezionate, va ribadito che queste ci fanno capire come va il sistema dell’istruzione nel nostro Paese, i punti di criticità e di forza delle scuole, tenendo conto ovviamente del contesto sociale. Saranno importanti, poi, e determinanti le terapie che gli insegnanti metteranno in campo in relazione ai risultati socializzati alle singole scuole.