Cosenza: il primario Noto in commissione sanità
Non demorde la Commissione consiliare sanità che tiene alta la tensione sulla situazione dell’Ospedale Civile di Cosenza, con particolare riferimento alla carenza di personale medico nella struttura del Pronto Soccorso. Ormai la posizione dell’organo consiliare - che nelle ultime settimane ha ospitato i Direttori generali di ASP e Azienda Ospedaliera Scarpelli e Gangemi, il primario del pronto soccorso Crocco fino al sopralluogo in ospedale del Sindaco e del presidente della commissione Bozzo – si è delineata con sufficiente chiarezza: la soluzione ideale è lo sblocco del turn over ed in questa direzione bisogna spingere.
Posizione che è uscita rafforzata dall’ultima audizione in ordine di tempo, quella del Direttore dell’unità operativa di medicina generale “M. Valentini”, il professore Alfonso Noto, che questa mattina, accompagnato dal dott. D’Amico, si è intrattenuto a lungo con la Commissione, presenti, oltre al presidente Bozzo, i consiglieri Lucente, Frammartino, Franco Perri, Sacco e Savastano.
“E’ fuor di dubbio – ha esordito Noto – che il Pronto Soccorso costituisce la prima interfaccia cittadino/ospedale, il luogo che filtra una buona percentuale dell’immagine del nosocomio, ma non si può dimenticare che dietro ci sono i reparti, dove c’è tanta qualità, anche lì con un depauperamento di risorse, che spesso però passa tra l’indifferenza generale”. Ciò che invece non scivola assolutamente inosservata è la grande passione con la quale Alfonso Noto oggi, a soli tre mesi dal pensionamento, difende il futuro dell’ospedale, il valore e la qualità del personale medico nel suo complesso, pur nella lucida consapevolezza che non tutto è livellabile. Porta i dati del suo reparto il professore Noto – ci limitiamo a citare la percentuale di DRG, che esprime la ‘pesantezza’ del tipo di patologia che tratta, e che si attesta sull’1,4 contro lo 0,92 della media nazionale, il mantenimento della media di degenza europea, i 1500 malati di tumore al fegato da tutta la regione (dato 2011), gli ottimi rapporti con i centri di trapianto di tutta Italia – ma non c’è difesa personalistica di uno staff medico, giovane e preparato, che pure gli sta a cuore. C’è soprattutto una posizione che mira a chiarire il ‘ruolo’ dei medici di medicina interna e, dal suo punto di vista, che “in Pronto Soccorso ci sono 25 medici, di cui 8/9 inidonei, utilizzati sui codici bianchi, ma ce n’è anche una decina che, dai reparti, già attua prestazioni aggiuntive”. Da Noto viene insomma una riflessione su un migliore utilizzo delle inidoneità, ad esempio, così come sulla urgenza di una informatizzazione che non c’è.
I consiglieri presenti – ai quali il presidente Bozzo esprime il suo ringraziamento per la disponibilità e l’impegno che da mesi stanno profondendo su questa delicatissima problematica - esprimono tutti la propria posizione, dall’assoluta contrarietà di Sacco allo spostamento di medici dai reparti verso il Pronto Soccorso all’equilibrio di Frammartino che, pur sulla stessa lunghezza d’onda, evidenzia il rischio “che si criminalizzi l’intero ospedale” sottolineando l’importanza “di dare risalto anche alle tante cose positive e prendere coscienza delle problematiche di natura gestionale così come delle minori competenze”. A Maria Lucente piace ribadire “l’appassionata difesa, da parte di un medico alle soglie della pensione, di una organizzazione creata in tanti anni e con fatica.
“Il grido di dolore del Proto Soccorso non può certo essere sottovalutato ma mi chiedo – dice la Lucente – perché in situazioni di emergenza non si faccia ricorso anche all’utilizzo dei medici specialisti”. Franco Perri ribadisce che “la politica non deve che dare sostegno alla sanità ma devo richiamare la presenza di un piano di rientro che accomuna Cosenza a tante altre realtà sanitarie, con evidenti difficoltà. Il mio rammarico è verso una comunicazione, intesa sia come uffici interni che come stampa, che non valorizza le eccellenze. Come Commissione non vogliamo assolutamente indebolire i reparti a favore del rafforzamento del DEA”. Savastano ritiene che “la verità non sta mai da una parte sola. Non sta a noi entrare nel merito dell’organizzazione, ma il Pronto Soccorso rimane il primo impatto. Sicuramente privilegiamo la soluzione del turn over sia medico che paramedico”.
Il presidente Bozzo annuncia intanto la sopravvenuta indisponibilità del dott. Gangemi all’incontro che era stato fissato per lunedì prossimo 23 giugno insieme al Dirigente generale dell’ASP Scarpelli. “E’ rinviato solo di qualche giorno – precisa. Non intendiamo recedere di un passo dal compito che ci siamo assunti di andare a fondo della questione ospedale a garanzia della salute dei cittadini, e per questo abbiamo anche chiesto un incontro con il sub commissario.
“E’ evidente – secondo Massimo Bozzo – che è in atto una guerra politica e, convinto che non ci saranno le assunzioni annunciate, dico piuttosto che c’è uno scarica barile che coinvolge il sub commissario ed il management ospedaliero nel quale giocano un ruolo, forse di non poco conto, anche alcune guerre interne all’ospedale. A chi oggi è venuto qui ad esprimere una posizione dico che, suo tramite, faccio appello alla professionalità e alla disponibilità della classe medica affinché questa situazione, per la quale continueremo a batterci, pesi il meno possibile sul cittadino utente”.