Asp Catanzaro: implementate le attività extraospedaliere, presentati i primi dati

Catanzaro Salute

Nella sala Giunta della Provincia di Catanzaro il direttore generale dell’Asp Gerardo Mancuso, affiancato dal sub commissario al piano di rientro Andrea Urbani, dal presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico, dal direttore sanitario Mario Catalano, dal direttore amministrativo Giuseppe Pugliese e dal commissario della Provincia Wanda Ferro, ha presentato i primi dati sull’attività svolta dai Poli sanitari e dall’Unità complesse di cure primarie dell’Asp di Catanzaro.

Un progetto di implementazione delle attività territoriali che è stato avviato dall’Azienda sanitaria provinciale negli ultimi due anni e che ha portato a risultati più che soddisfacenti.

Per sopperire all'esigenza di incentivare le attività sanitarie sui territori, riducendo quelle ospedaliere, come previsto dalla legge sanitaria 833/78, l'Asp ha infatti deciso di portare la sanità più vicino al cittadino attraverso una serie di progetti che prevedono attività territoriali come l'assistenza di prossimità, l'assistenza domiciliare, il progetto sangue, le UCCP, l'implementazione dei poli sanitari, l'odontoiatria sociale, l'emergenza urgenza, i codici bianchi e la riabilitazione.

E i dati sono più che positivi: 60.000 gli accessi Adi tra Catanzaro, Soverato e Lamezia, 12.000 i pazienti che hanno ricevuto il trattamento di fisiokinesiterapia domiciliare, che fino a poco tempo fa veniva effettuato soltanto nelle strutture sanitarie. Grazie al "Progetto sangue" sono stati implementati i punti prelievo, che sul territorio provinciale sono arrivati a 30 e presto arriveranno a 60, e chiusi i laboratori analisi, per arrivare all'obiettivo finale di mantenere due soli laboratori, uno sul versante jonico e uno su quello tirrenico.

Meno accessi al Pronto soccorso grazie all'apertura delle Unità complesse di cure primarie, attivate da pochi mesi per prestare attività di assistenza H24, codici bianchi, ambulatori di patologia e cartella informatizzata, che hanno permesso di effettuare prestazioni ad un quarto della popolazione residente e di sottrarre 2.500 codici bianchi ai Pronto soccorso, dove su 170.000 casi di accessi nella provincia di Catanzaro, 33.000 sono proprio codici bianchi. Infine, il servizio di odontoiatria sociale che entro settembre vedrà l'attivazione della protesica e la Rete dei servizi per le demenze.

“La legge di riforma sanitaria, la 833/78, fissava per ogni Regione i limiti percentuali delle attività sanitarie divise nei tre settori fondamentali del territorio (55%), ospedali (40%) e prevenzione (5%) – ha spiegato il dg Mancuso – in Calabria quattro anni fa la bilancia era apertamente sbilanciata a favore delle attività ospedaliere (62%) rispetto al 35% delle territoriali e al 3% della prevenzione.

L’Asp ha invece avviato un programma inverso, che tende a offrire maggiori servizi sul territorio. Tra gli obiettivi anche il trasferimento nella rete territoriale delle attività di prenotazione, il ritiro dei referti e il pagamento ticket. L'iniziativa verrà realizzata attraverso un progetto con Poste Italiane, proprio per la sua capillarità sul territorio”. Per quanto riguarda l'implementazione dei poli sanitari, si prevede l'apertura di altre sedi su Soverato.

Il presidente Talarico ha voluto rimarcare il cambio di passo nella gestione finanziaria del disavanzo sanitario dell'ultima legislatura regionale rispetto alle precedenti, di cui è stato personalmente testimone in qualità di presidente della Commissione bilancio. Un disavanzo regionale che da 280 milioni di euro è arrivato a 33 milioni.

Concetto ribadito anche dal sub commissario al piano di rientro Andrea Urbani, che ha spiegato come “in questo periodo di commissariamento si è raggiunto sostanzialmente l'equilibrio economico e siamo passati da 280 a 33 milioni di disavanzo, quindi abbiamo le risorse da investire in attività territoriali come quelle presentate dall'Asp di Catanzaro.

Avanzano circa 43 milioni di euro che possono essere destinati ad altri settori. Riorganizzare la rete ospedaliera vuol dire dare un livello di sanità più appropriata, oggi esistono le condizioni per lo sblocco del turnover: rivista la rete ospedaliera, abbiamo fatto un confronto con il personale esistente e sono emersi alcuni settori carenti di professionalità”.

Un plauso per i risultati raggiunti, è stato rivolto dal commissario Ferro che ha auspicato “che lo sblocco del turnover possa permette a questa terra di acquisire eccellenze nel campo medico e sanitario”.