Saldi, Codici: al centro e al sud la crisi abbatte la sua scure sugli acquisti
Sono iniziati da poco meno di tre settimane i saldi estivi 2014, ma con la crisi imperante gli effetti delle promozioni non sono stati poi così eclatanti. Secondo i dati Confesercenti-SWG, la stagione dei saldi estivi finora ha mostrato un andamento più lento rispetto agli ultimi anni: il 67% degli italiani sostiene che parteciperà alle vendite di fine stagione di quest’anno, ma solo il 29% di essi lo ha già fatto nelle prime due settimane. Come prevedibile, gli acquisti sono soprattutto low-cost, si cercano occasioni a prezzi stracciati e si attendono i secondi e i terzi ribassi per ottenere il livello più alto possibile degli sconti.
Ma come stanno andando i saldi nelle diverse città italiane? L’Osservatorio Codici ha rilevato le opinioni di negozianti e cittadini a Milano, Torino, Roma, Reggio Calabria e Lecce. Milano: gli esercenti parlano di un lieve miglioramento rispetto allo scorso anno, ma ancora siamo molto lontani dal livello di acquisti raggiunto prima della crisi. Oramai, ammettono molti negozianti, facendo promozioni in diversi periodi dell’anno, i saldi “obbligatori” concentrati in due periodi prestabiliti, non hanno più senso, non costituiscono più un vantaggio per gli esercenti. Torino: lievissimo il miglioramento percepito negli affari dagli esercenti, che comunque lamentano i gravi danno causati dalla crisi economica degli ultimi anni. Roma: i negozianti si lamentano dell’andamento eccessivamente lento del proprio business, testimoniando una situazione di scarsità di acquisti e poca predisposizione anche ad entrare nei negozi rispetto a periodi passati.
Reggio Calabria: rispetto al passato ci sono molte differenze. I negozianti ammettono che, soprattutto quest’anno, i saldi sono stati anticipati per esigenze economiche, scadenze di affitti e debiti da saldare. Mandare avanti un esercizio commerciale, di questi tempi, è molto più duro rispetto ai periodi pre-crisi. I cittadini, infatti, non sono molto disposti ad effettuare acquisti.
La maggior parte di essi afferma di non poter spendere affatto, altri si permetteranno una spesa di circa 20 euro. Molti negozianti, per ovviare a questa bassa predisposizione all’acquisto, sono costretti a modificare gli sconti nell’arco di sole 24 ore, abbassando notevolmente i prezzi pur di “guadagnare qualche spicciolo”. Non è raro vedere dei capi che dal 50% passano al 60% solamente il giorno successivo. Lecce: i saldi non sono più come una volta. Rispetto allo scorso anno la situazione è stabile, se non addirittura peggiorata per alcuni esercenti. I cittadini sono poco propensi a fare acquisti, sono sempre di più i cittadini che dichiarano di non aver approfittato dei saldi, se non per particolari accessori a prezzi stracciati.
Insomma, la crisi c’è e si fa sentire. E l’utilità dei saldi viene sempre maggiormente meno. A quando una liberalizzazione del settore che garantisca una maggiore tutela dei consumatori e delle aziende produttrici?