Pacenza: “Il governo nomini subito il Commissario alla sanità”
“Questo governo si dimostra puntuale e solerte solo nell’imporre vincoli e restrizioni alla Calabria, ma quando si tratta di dover rispondere in prima persona per questa regione se ne infischia”.
Così il presidente della III Commissione Sanità Salvatore Pacenza in merito alla mancata nomina del successore di Scopelliti come commissario alla Sanità.
“Sono passati due mesi e mezzo – commenta l’onorevole Pacenza – da quando è decaduto dal suo incarico l’ex commissario Giuseppe Scopelliti, ma tutto ciò al governo sembra non preoccupare. Anzi, pare che questo sia impegnato nell’imporre una indicazione di matrice politica alla guida della Sanità calabrese, piuttosto che affidare l’incarico ad un tecnico. La Calabria, intanto, non ha più una guida che possa portare avanti i programmi in ambito sanitario e molte strutture sono al collasso e rischio chiusura proprio a causa dell’impossibilità della Regione a produrre atti amministrativi in materia.
Il governo non può chiedere solo lacrime e sangue a questa Regione con l’imposizione del piano di rientro e il conseguenziale blocco del turn over, senza intervenire quando è chiamato a farlo e mandando così in malora tutti gli sforzi compiuti in oltre 4 anni di regime commissariale austero e invalicabile. Si susseguono le riunioni del Consiglio dei ministri senza che, da questi, scaturisca il nome del nuovo commissario. Eppure quando è stato il caso di applicare la legge Severino o di stabilire la data delle elezioni, il governo è intervenuto con una rapidità quasi inusuale per un paese come l’Italia. Ebbene, adesso, la Calabria chiede al governo centrale di intervenire per non far strapiombare questa regione in una nuova anarchia amministrativa che potrebbe generare sprechi e disavanzi cui dovrebbero rimediare, ancora una volta, i cittadini attraverso l’aumento di tasse e di tributi, o magari con una ulteriore razionalizzazione del sistema sanitario. È facile dire no, ma nel garantire il diritto alla salute non dovrebbero essere utilizzati né criteri ragionieristici, né panegirici politici.
Ci sono circa 40 milioni di euro di disavanzo da recuperare col Piano di rientro che potrebbero raddoppiare senza una guida commissariale, vanificando nel frattempo il sorprendente recupero di risorse effettuato dalla Calabria in questi anni. Liberare il bilancio della Regione dalla cinghia finanziaria costituita dal Piano di rientro significherebbe sbloccare risorse in favore di altri servizi assistenziali da offrire ai cittadini. Spero che il governo comprenda tutto ciò”.