Famiglia: a Cosenza centro consulenza Comune-“Calabria Etica”
Uno sportello territoriale di aiuto alla famiglia e alla genitorialita', che fornisce consulenza legale sul diritto di famiglia e la tutela dei minori, sostegno psicologico agli adulti o minori in difficoltà e che svolge attivita' di mediazione familiare nella gestione dei conflitti coniugali, seguendo le famiglie anche nella fase di richiesta di adozioni ed in quella immediatamente successiva alle stesse.
E' questa la gamma dei servizi offerti dallo sportello territoriale del Centro per la famiglia di Cosenza, attivo dal lunedi' al venerdi', dalle ore 9 alle 19, negli uffici del Centro di solidarieta' "Il Delfino" in via Costantino Mortati n.1. I servizi dello sportello sono erogati da un'equipe multidisciplinare composta da diverse figure professionali che, dopo aver ascoltato la problematica sollevata dal cittadino in difficolta' o dalla sua famiglia, la prendono in carico, aiutano ad affrontarla, collaborando alla ricerca di una soluzione. Il funzionamento dello sportello, la gestione del quale è affidata al Centro di solidarieta' "Il Delfino", è regolato da un protocollo d'intesa siglato questa mattina, per il secondo anno consecutivo, dal Comune di Cosenza e dalla Fondazione "Calabria Etica", l'organizzazione senza fini di lucro, sorta di braccio operativo della Regione Calabria, istituita nel 2002 e volta alla realizzazione di finalità di solidarieta' sociale attraverso il sostegno a persone fisiche e famiglie in difficoltà e ad imprese sociali impegnate nello svolgimento di servizi socialmente rilevanti. I termini del protocollo d'intesa sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, svoltasi questa mattina nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, alla presenza dell'Assessore alla solidarietà e coesione sociale Manfredo Piazza, del Presidente della Fondazione "Calabria Etica" Pasqualino Ruberto e di Don Salvatore Vergara, Presidente del Centro di solidarieta' "Il Delfino".
"Stiamo cercando di realizzare - ha detto Piazza aprendo l'incontro con i giornalisti - un sistema di welfare degno di poter dare risposte ai bisogni sociali in modo efficace ed efficiente, attraverso l'avvio di progettualita' condivise e non frutto di frammentazioni. Il nostro sforzo e' indirizzato - ha proseguito Piazza - verso la creazione di infrastrutture che siano capaci di orientare la progettazione nelle realta' sociali e che siano volte a favorire anche forme di lavoro che coinvolgano le stesse realta'". La costruzione di una rete di cooperazione organizzata sul territorio con il privato sociale, gli enti territoriali ed il mondo del volontariato e' la priorita' da perseguire per il Presidente della Fondazione "Calabria Etica" Pasqualino Ruberto. "Elemento fondamentale nell'azione intrapresa dalla nostra Fondazione - ha precisato Ruberto - e' il cambiamento del sistema di gestione delle risorse. Negli ultimi 9 anni i trasferimenti dello Stato nel settore del welfare hanno subito un taglio del 60%. Pertanto, o ci si muove in un sistema di rete e collaborazione o non si va da nessuna parte. Se non si vince questa sfida non saremo in grado di dare risposte ai bisogni sociali nella nostra regione". Ruberto ha anche ricordato che oltre a quello con il Comune di Cosenza altri protocolli d'intesa stanno per entrare a regime in tutta la provincia, tra quelli già sottoscritti e quelli che saranno siglati nei prossimi giorni, rispettivamente ad Aprigliano, Castrolibero, Mendicino, Montalto, Rende, San Lucido, San Marco Argentano, Corigliano e Morano. Per Ruberto "è necessario disegnare un nuovo modello di welfare che abbia alla base un sistema in rete (e non più attività a compartimenti stagni) che ottenga risorse e sappia dare risposte efficaci. Bisogna evitare in Calabria la duplicazione degli interventi, lavorando in equipe, in rete e in modo complementare". Sulla stessa lunghezza d'onda Don Salvatore Vergara, Presidente del Centro di solidarieta' "Il Delfino". "Dobbiamo ragionare in base ad un'ottica di sistema ed avere come obiettivo l'ascolto dei bisogni della famiglia, attraverso un'equipe multidisciplinare che, dopo aver preso in carico il problema, porti anche una parola di speranza cristiana e di serenità. La famiglia costituisce il filtro attraverso il quale leggere i bisogni sociali".