Alleanza Calabrese: “Stanchi della situazione. Meduri prenda il controllo”
“Cartoline spregevoli. Scempi ambientali. Marciapiedi impercorribili. Passi carrai bloccati. Ormai le montagne di rifiuti fanno parte integrante del panorama reggino”. Queste le parole di Alleanza calabrese affidate a un comunicato stampa per denunciare l’emergenza rifiuti a Reggio Calabria.
“I cittadini forse sono stanchi, delusi, avviliti, strangolati. Disillusi dagli accadimenti che piovono sulle loro teste senza ormai tentare neanche un marginale tentativo di contrasto. Non stiamo qui a parlare di schieramenti politici e movimentisti che in un clima preelettorale cercano di ritagliarsi spazi di visibilità”.
“Ormai a Reggio Calabria la vita è inaccettabile, la gente normale (le statistiche questa gente la inglobano nel ceto medio-basso e quindi è la maggior parte della popolazione) si indigna per qualche minuto e poi le condizioni socioeconomiche in cui versa la obbligano a tornare alla realtà. A cercare di provvedere alle esigenze quotidiane della famiglia. E ha ragione. La sopravvivenza è la ragione di vita dell’uomo fin dai tempi preistorici. Un tempo vedevamo per le strade cassonetti bianchi, blu e gialli per la differenziata. La città ha stentato a capire le motivazioni della loro presenza. Ma piano piano si stava facendo prendere dalle motivazioni della loro presenza. Piano piano stava iniziando bene o male ad usarli. Poi sono arrivati i commissari inviati dal Viminale. Inviati per ristabilire l’ordine in città.
Ancora parte della città si sta chiedendo il perché e il per cosa. E la situazione è improvvisamente precipitata. Sono scomparse queste scatole colorate. Saranno in qualche deposito, chiuse assieme alle decine di camion per la raccolta di rifiuti di cui il comune e comproprietario, a marcire. Oggi vivere Reggio sembra di partecipare ad un farsa. Oggi guardare la città sembra partecipare ad una veglia funebre. Mancano le prefiche che con i capelli lunghi, neri, sciolti in segno di lutto. Cantavano nenie e innalzavano lodi. Si straziavano il volto, si strappano le ciocche, esaltavano la disperazione collettiva. Ma un tempo queste donne che fanno parte della storia calabrese accettavano dai parenti del defunto solo un poco di olio, una pagnotta, una forma di formaggio, del vino”.
“Oggi queste prefiche vogliono la Città, vogliono la Regione, vogliono l’Italia. Tutti i reggini guardano la politica e chi la rappresenta con disdegno. Forse grazie anche alle prefiche. Forse oggi una in parte dei reggini potrebbe pensare che forse si stava meglio quando si pensava che si stava peggio. E allora i reggini come valutano oggi i commissari? La peggior politica che una città può avere è stata e sarà sempre più vicina ai propri cittadini rispetto a delle persone che ragionano solo come macchine e non hanno radicazioni sul territorio. Ed i risultati dei nostri ragionamenti li stiamo riscontrando giorno dopo giorno”.
“Il problema dei rifiuti è stato utilizzato solo come incipit del nostro ragionamento ma logicamente non è il solo, anzi. Come mai la gestione commissariale del comune di Reggio Calabria, anziché risolvere i problemi dei cittadini, blindandosi all’interno di palazzo San Giorgio, non manifestandosi mai come padri putativi degli stessi, ha solo esasperato il rapporto con i reggini chiedendo balzelli esasperanti, che gli stessi non sono in grado di corrispondere visto la condizione di vita attuale che stanno attraversando, e che non rispondono neanche minimamente ai servizi che dovrebbe offrire il Comune?”
“Tutti quelli che hanno esultato alla notizia del commissariamento di Reggio Calabria, futura Città Metropolitana, come fanno oggi a proporsi agli stessi cittadini che hanno abbandonato per due anni?
Se il Consiglio dei ministri decise all’unanimità lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria per contiguità mafiose, se per la prima volta nella storia d’Italia venne sciolto un consiglio comunale di un capoluogo di provincia, e Reggio ha avuto anche questa grazia, vuol dire che il 56,3 % degli elettori reggini erano contigui alla mafia”.
“La stessa accusa della totale indifferenza dei politici nei riguardi della Città può essere rivolta al nostro movimento. Non abbiamo fatto niente neanche noi per migliorare le condizioni dei nostri amici reggini. E’ vero. Ma forse è perché noi siamo piccoli. Non abbiamo il potere di movimentare le truppe cammellate. Non godiamo di alti protettorati politici o lobbistici. Noi siamo base. Noi siamo cittadini di Reggio ed abbiamo subito insieme, come e forse anche peggio degli altri le stesse angherie e gli stessi soprusi”.
“Alle politiche ci hanno regalato la Bindi, che dopo essere esautorata dal PD veneto, rappresenta la Calabria che insulta ogni giorno. E' arrivato il momento di autolegittimmarci. Vogliamo essere autonomi di scegliere di morire o di vivere! La cosa che ci distingue dagli altri partiti è di avere una dignità come uomini. E la stessa dignità di uomini ci impone di dare il benservito a tutti e continuare a chiedere a Renato Meduri di aiutare la città a risollevarsi. Sarà il Caronte che ci porterà sulla sponda della rinascita. Perché a Reggio oggi non si sente più il sole!”