Ripepi (An), Zes: “politica preme su Lamezia, scelta fatta a tavolino”
“Quello che temevamo purtroppo è successo, lo sapevamo da due anni, Reggio è stata uccisa forse per sempre. La Zes ingloberà Lamezia, non Reggio come speravamo avvenisse. Falcomatà, i deputati nazionali e regionali si devono solo vergognare, vergognare, vergognare”.
Comincia così, a pochi giorni dall’annuncio di una mozione a favore di una Zes dello Stretto, la conferenza del consigliere comunale Massimo Ripepi a Palazzo San Giorgio, alla luce delle ultime esternazioni del governatore Oliverio che ha annunciato come la zona speciale aggancerà l’aeroporto “strategico” di Lamezia Terme.
“Reggio rimarrà periferia della periferia, emarginata dallo sviluppo economico per i prossimi cento anni. Lo sapevamo da due anni, da quando la politica regionale e nazionale non ha fatto nulla per nascondere il piano di affossamento per il sud della Calabria, un piano che abbiamo in tutti i modi a nostra disposizione cercato di scardinare. L’iter promosso dal PD nazionale in stretta collaborazione con Falcomatà e tutta la deputazione regionale è cominciato due anni addietro, già confezionato da quando l’aeroporto di Lamezia è stato dichiarato strategico: un iter pianificato che segna la cancellazione di Reggio da qualsiasi mappa economica di sviluppo, confermata dal declassamento del Tito Minniti ad aeroporto nazionale. Nessuna parola è stata spesa in merito da chi ha ricevuto il mandato dei reggini e si ritroverà senza alcuna prospettiva futura. Abbiamo promosso una mozione per la Zes dello Stretto nel nostro consiglio comunale, analogamente verrà presentata anche a Messina e nel Parlamento siciliano grazie all’appoggio dei dirimpettai siciliani che ritengono l’iniziativa strategica e necessaria per lo sviluppo territoriale.”
A chi attribuire le responsabilità? Secondo Ripepi “l’amministrazione locale è inerme e passiva, a partire dal sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà e la deputazione nazionale e regionale risulta non pervenuta. Mai vista una classe politica reggina così scarsa e lontana dai reali bisogni dei cittadini. L’area portuale di Gioia Tauro ricomprende 440 ettari, la Zes prevede un’estensione di circa 2000 ettari per l’intera Calabria: Reggio quanto sarà inclusa?”
“È ovvio – aggiunge - che allungando la lingua territoriale verso nord per il reggino rimarranno le briciole e i cargo preferiranno appoggiarsi a Lamezia anziché Reggio. Questa scelta avrà delle conseguenze sui livelli occupazionali e sull’indotto economico perché le imprese preferiranno investire nel lametino che, di fatto, diverrà cuore economico: vi ricordo che anche Reggio ha una zona industriale a San Gregorio, neppure considerata nelle valutazioni”.
Ripepi conclude il suo intervento dicendosi spinto “da valori cristiani di giustizia e verità: questa è una battaglia epocale – sbotta - da condurre in difesa del territorio, lo dobbiamo fare uniti ed insieme sotto un’unica bandiera nella quale è scritta una sola parola, anzi due, Reggio Calabria. Non dobbiamo però perdere la speranza, così come la cattiva politica reggina ha prodotto un vero e proprio mostro che cercherà di divorare il residuo delle speranze dei reggini, la buona politica degli uomini buoni di Reggio determinerà la vittoria ed il riscattodella nostra terra. O si realizza veramente l'area metropolitana dello stretto o si muore”.
A sostegno di quanto sostenuto da Massimo Ripepi, l’ex direttore della Provincia Antonino Minicuci che ringrazia per aver dato spazio al suo intervento in qualità di Presidente di una associazione che ha come obiettivo quello di creare un movimento d’opinione a favore della città metropolitana.
Secondo Minicuci “Reggio è fortemente penalizzata dall’assenza di deleghe e di strategie di sviluppo. La legge di stabilità prevedeva la consegna delle deleghe alla Città metropolitana entro il 30 gennaio 2016, il consiglio regionale avrebbe dovuto nominare un commissario ad acta se non avesse provveduto a farlo nei tempi, su imput del ministro dell’interno”.
“Ma possibile che nessun deputato nazionale ci abbia pensato o se ne sia accorto?” si chiede l’ex direttore della Provincia che ha più volte interpellato il Consiglio regionale e lo stesso Oliverio per avere riscontri in merito tramite missiva e sottolineando che la Città metropolitana è stata più volte scavalcata: “molti atti sono illegittimi perché adottati senza parere favorevole della Città metropolitana, anche sul piano trasporti e infrastrutture. Inoltre nessun tavolo di concertazione promesso da Oliverio è stato convocato.”
Mimmo Iero Capo Dipartimento Cultura e Identità definisce Reggio “massacrata. Non sapere che aspetto avrà la città nel futuro è angosciante: nessuna pianificazione, totale esclusione da progetti di sviluppo, totalmente dimenticati dalla classe politica.” Della stessa linea Annamaria Curia Capo Dipartimento Legale: “nel 2017 Reggio fa ancora i conti con i fantasmi del passato. Metropolitana non è un semplice aggettivo ma racchiude poteri di autonomia e determinazione che fanno leva su presupposti morfologici che Oliverio non tiene per nulla in considerazione. Per far crescere una regione serve potenziare tutte le aree nevralgiche, in ciò sta l’errore di valutazione di Oliverio: Ripepi ha ragione nel pensare che stiamo consegnando Reggio impoverita alle generazioni nuove.”
Per Gioventù Nazionale, il dirigente provinciale Alessandro Forgione dice che “non possiamo che essere a favore delle linee politiche di Massimo. Il nostro movimento appoggia da sempre le politiche a favore del territorio, in cui si inquadra anche la Zes. La politica regionale preme su Lamezia, non è una leggenda metropolitana: le scelte di Oliverio ne sono prova, Reggio è fuori dall’agenda economica.”
Conclude senza mezzi termini Nello Scuderi, portavoce provinciale, quella regionale è “una scelta presa a tavolino, premeditata. Tutto perpetrato da Catanzaro e Cosenza con il tradimento dei nostri politici reggini”.