Civita, apre il Centro di seconda accoglienza all’ostello della gioventù
L’ostello della gioventù di contrada Madre Chiesa è diventata la loro casa e lo sarà per alcuni mesi. In continuità con le scelte della precedente amministrazione e del Sindaco, Vittorio Blois, anche l’esecutivo guidato da Alessandro Tocci ha deciso di accogliere il progetto Sprar del Ministero degli Interni. Da alcuni giorni quindi giovani nord africani compresi tra i 18 ed 25 anni sono ospiti della comunità di Civita che ha saputo da subito integrarsi con la piccola comunità multiculturale che resterà nel borgo per alcuni mesi, coinvolta nel progetto di integrazione e conoscenza della lingua coordinato dal Vice sindaco Antonio Vavolizza.
Il progetto finanziato interamente con i Fondi Europei del progetto Sprar del Ministero degli Interni ha permesso all’amministrazione comunale di ristrutturare l’Ostello della Gioventù di C/da Madre Chiesa a ridosso delle affascinanti Gole del Raganello e farne uno spazio abitativo accogliente per i giovani che fanno parte del sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati sostenuto dal Ministero degli interni.
Arrivano dal Nord africa principalmente e saranno seguiti da sei operatori del luogo, assistenti sociali, mediatori linguistici, culturali per affrontare la fase di inserimento nella comunità e imparare la lingua italiana. Diverse le attività che li coinvolgeranno e che fin da subito hanno permesso loro di inserirsi nella comunità locale.
«Quello appena iniziato è un progetto che come al solito coinvolge tutta la nostra piccola comunità arbereshe, da sempre protagonista in solidarietà e azioni che vanno verso l’integrazione sociale e culturale di popoli diversi – ha dichiarato il vice sindaco Antonio Vavolizza - La nostra comunità non è nuova a questo tipo di iniziative, essendo anche essa figlia dell’emigrazione, basti pensare al ruolo che ha avuto a metà degl’anni novanta quando era in pieno corso la guerra civile in Albania quando in migliaia fuggirono dalla loro terra natia riversandosi nel mar mediterraneo con meta le coste dell’Italia meridionale. In quella fase – ricordano il Sindaco Alessandro Tocci e il suo vice Vavolizza - in tanti furono ospitati grazie alla Caritas e alle associazioni umanitarie presso le case del nostro paese. Di quelli tanti sono andati via e ritornati in patria, ma qualcuno è rimasto si è sposato e vive ancora a Civita con famiglia e figli, ebbene tale iniziativa vuole dare un contributo valido al processo d’integrazione di questi ragazzi attori di un mondo multietnico e multiculturale».