Arte, domani l’inaugurazione della mostra “Sii bella e stai zitta” alla Galleria Toma
Dal 30 agosto al 20 settembre 2014, la Galleria d’arte Toma è lieta di ospitare la mostra dal titolo Sii bella e stai zitta, a cura di Vera Agosti e Marta Toma, con il Patrocinio della Presidenza della Regione Calabria.
Liberamente ispirata al saggio Sii bella e stai zitta. Perché l’Italia di oggi offende le donne della filosofa Michela Marzano (Mondadori, 2010), con il consenso e l’autorizzazione dell’autrice, l’omonima collettiva presenta il punto di vista e le riflessioni liriche sulla condizione femminile di alcuni artisti figurativi contemporanei: Anna Madia - Emila Dimitrova Sirakova - Lara Pacilio - Iacopo Raugei.
“Sii bella e stai zitta” suona come il monito di alcune nonne e altrettante mamme, che cercano di spiegare alle figlie e alle nipoti le strade comode per essere accettate e benvolute. E’ anche l’imperativo e il desiderio proibito di molti uomini che ancora oggi per se stessi e la propria casa sognano una donna remissiva, dolce e sempre bellissima, l’amato “angelo del focolare”.
L’Italia, infatti, ancor più di altri Paesi europei, soffre di un tipo di educazione differente per maschi e femmine e di stereotipi difficili a morire, di cui le donne sono vittime e a volte anche carnefici, tanto questi convincimenti sono radicati nella mentalità corrente. Così, per esempio, una donna che fa carriera è spesso chiacchierata o si pensa che trascuri la
famiglia. A parità di condizione lavorativa, il gentil sesso guadagna meno degli uomini; in politica sono necessarie le quote rosa, e le recenti cariche di prestigio in posizione di potere affidate a donne sono state annunciate come novità eccezionali e impensate fino a poco tempo fa, invece di essere ordinaria amministrazione.
Tutto questo mentre la maggior parte del carico di lavoro domestico per occuparsi della casa, accudire i figli e i parenti anziani ricade quasi sempre sulla donna, con scarso aiuto da parte dell’uomo e dello Stato Sociale. Le eccezioni non fanno che confermare la regola, suscitando stupore e persino sciocche ironie sui “mammi” e sui “casalinghi” odierni.
L’iniziativa che nel maggio scorso era stata ospitata presso lo Spazio Calabria di Milano, è promossa dall’associazione Factory Art Zone e accompagnata da un ebook e un catalogo di Vanilla Edizioni, realizzati con il gentile contributo di Banca Fineco.
La mostra a ingresso gratuito, sarà inaugurata sabato 30 agosto alle ore 18:30 e sarà visitabile fino al 20 settembre (da lunedì a sabato: 9:00 -13:00 / 16:30-20:30; chiuso domenica e lunedì mattina), presso gli spazi della Galleria d’arte Toma di Reggio Calabria - Via Giudecca 23-
Anna Madia (Torino, 1976) presenta raffinati disegni a matita e penna che indagano l’interiorità e la fragilità contemporanea. Le sue sonnambule (Sleepwalking, 2014) sono immagini delicate e oniriche, tra il sonno e la veglia, nelle quali i lunghi capelli, elemento per eccellenza della femminilità e della seduzione, raccolti, sciolti, o mossi a formare significative composizioni (Monologue, 2014) diventano simbolo della notte, il tramite tra il passato e il presente.
Iacopo Raugei (Firenze, 1975) cala nel nero le sue allegorie, dipingendo con minuzia di dettagli e precisione una giovane donna legata a un vecchio televisore tramite i cavi dello stesso, mentre viene trasmessa una scena di vita perfetta, come quegli spot a cui siamo abituati, in cui la madre, sempre in forma splendente, riesce a conciliare alla perfezione la vita lavorativa con quella familiare, senza affanni e difficoltà (Perfect Lie, 2014). Immagini illusorie di una realtà inesistente, lontana dall’effettiva quotidianità, che possono tuttavia essere fuorvianti e creare ansie e aspettative. In Exit (2008), un donna senza volto, nella quale è facile immedesimarsi, porta su un vassoio d’argento una preziosa pillola, mezzo suggerito per fuggire i dolori della propria esistenza.
Emila Dimitrova Sirakova (Sofia, 1984) nei suoi disegni compositi su strati di carta (Wall of Breath, 2013; I mille nomi, 2012) racconta l’antico mito di Kaliakra, una costa del Nord della Bulgaria. Secondo la leggenda, quaranta vergini, destinate a divenire schiave dell'imperatore ottomano, scelgono di perire nel Mar Nero, piuttosto che vivere l'umiliante esperienza dell'harem. Per questo si legano i capelli tra loro e tenendosi per mano si gettano dalla fortezza di Kaliakra, annegando. L’artista si concentra sulle ragazze, ormai cadute nel mare (Hypotermia, 2013): belle, snelle e slanciate al pari delle modelle dei giorni nostri, ripiegate su se stesse come boccioli indifesi.
Lara Pacilio (Roma, 1978) propone tre lavori della serie Padiglioni (2013), dedicati al rapporto tra la donna e la Madonna e due installazioni della serie Carousel (2012). Queste ultime sono piccole giostre (Pinkin’ Love, Flying Balloons), fatte di simboli della femminilità e seducenti stereotipi. In The Family Man, l’artista tocca il tema della pedofilia, raffigurando il pedofilo come vittima di abusi infantili. La dimensione del gioco intesa come momento di crescita e di formazione è stata spezzata in tenera età e ora il nuovo “gioco” dell’adulto assume connotati mostruosi. La musica, composta da Luca Nostro (chitarrista e compositore, prima chitarra elettrica del Parco della Musica Contemporanea Ensemble), accompagna le opere esposte.