Regione: Confindustria all’attacco, “basta con questo teatrino”
"Dopo 119 giorni dalla lettera di dimissioni del presidente Scopelliti e 85 giorni dalla sua formale presa d'atto da parte del Consiglio regionale della Calabria, tutto continua a rimanere indefinito nella nostra Regione che sembra ormai vivere in un universo parallelo lontano anni luce dalla difficile realtà in cui invece vivono quotidianamente imprese e cittadini calabresi". Lo affermano in una nota congiunta il presidente regionale di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali, e i presidenti provinciali Natale Mazzuca (Cosenza), Andrea Cuzzocrea (Reggio Calabria), Daniele Rossi (Catanzaro), Antonio Gentile (Vibo) e Michele Lucente (Crotone).
"La nostra politica a partire dai vertici istituzionali regionali - sostengono gli industriali - sembra ormai aver perso ogni contatto con la realtà e, caparbiamente abbarbicata su ogni spazio o poltrona possibile, continua ad operare come se nulla fosse successo in questi ultimi quattro mesi. Fondi comunitari che non si spendono, rilievi della Corte dei Conti e della Ragioneria dello Stato impugnative del Governo: invece che porre rimedio alle mille criticità esistenti, come logica e buon senso vorrebbero, continuiamo ad assistere a nomine e designazioni (alcune delle quali anche molto delicate) come se la legislatura fosse al suo inizio e non già al suo triste epilogo".
Nella dura presa di posizione Confindustria aggiunge: "Non è davvero più tollerabile il teatrino al quale quotidianamente siamo costretti ad assistere con annunci e smentite che sembrano finalizzati esclusivamente a tirare a campare il più in là possibile? Tanto poi si vedrà? E intanto nel mentre in Calabria si recita questa tragicommedia, il mondo ahinoi va avanti e gli effetti di una crisi che tarda ad essere superata continuano a mietere vittime sul terreno dell'economia e dell'occupazione".
I dati riportati dai rappresentanti degli industriali sono netti: "Il Pil in continuo e preoccupante decremento - affermano - la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, che è vertiginosamente cresciuta in questi ultimi mesi, numerose imprese (soprattutto edili) hanno chiuso o stanno per farlo, i giovani che hanno ripreso ad emigrare, una famiglia su tre che vive ai margini della povertà: ma cos'altro serve per comprendere che esiste una situazione economica e sociale davvero drammatica nella nostra Calabria? Come riuscire a far capire (ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire) che bisogna innanzitutto dare risposta ai bisogni di una comunità che davvero non ce la fa più ad andare avanti piuttosto che trastullarsi su norme, regolamenti ed interpretazioni su come e quando convocare i comizi elettorali? Per questo motivo - dichiara ancora Confindustria - diciamo basta, la misura è colma.
Si faccia chiarezza, si superino tatticismi e furbate e si fissino in modo inequivoco le date per le consultazioni restituendo così la voce e la parola ai cittadini che da attuali spettatori potranno assurgere a protagonisti del proprio futuro. Il pressante invito che rivolgiamo ai partiti ed alle coalizioni è quello di costruite liste e candidati specchiati e credibili e, soprattutto, programmi di legislatura seri, realizzabili e concreti perché di libri dei sogni ne abbiamo visti abbastanza. Probabilmente - concludono gli industriali - solo così si potrà tornare ad affrontare i veri nodi per lo sviluppo di una Regione che ha si tanti problemi ma anche la voglia e la volontà di costruire un futuro migliore soprattutto per le giovani generazioni". (AGI)