L’assessore provinciale Giudiceandrea rassegna le dimissioni da SEL
In una lettera inviata al segretario regionale di SEL Calabria, Mario Melfi, al segretario provinciale di SEL Cosenza, Giulia Clausi, al presidente dell'Assemblea regionale, Angelo Broccolo, al presidente dell'Assemblea provinciale, Fernando Pignataro, e al sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, l’assessore al lavoro e alla formazione della Provincia di Cosenza, Giuseppe Giudiceandrea, ha comunicato le proprie irrevocabili dimissioni da ogni funzione e incarico all’interno del partito. “Come già noto da tempo ai miei dirigenti, all’indomani del recente Congresso nazionale di Rimini, comunico con estremo dolore, ma con assoluta convinzione, questa mia scelta. Mio malgrado, ho dovuto verificare che la linea politica che abbiamo visto prevalere in quel Congresso – si legge nella nota di Giudiceandrea –, inaspettata e mai discussa nei territori, è molto lontana dalle ragioni che avevano connotato la nascita del partito e la sua collocazione storica nel PSE. Ancor prima, però, hanno indirizzato questa mia scelta anche le vicende legate all'evidente lontananza del partito dai territori, dagli eletti e dagli amministratori, che era e continua ad essere figlia di un lungo comportamento verticistico che ha cagionato, innanzitutto, la distruzione dei laboratori politici chiamati "Fabbriche di Nichi", passando attraverso l'imposizione, in un Ufficio di Presidenza, di persone vicine alla Direzione nazionale, che erano state sonoramente bocciate nei territori”. Nella lettera con cui l’avvocato Giudiceandrea rassegna le proprie dimissioni, le considerazioni proseguono con un chiaro messaggio ai vertici nazionali del partito: “Il tutto è condito da un lento e progressivo deterioramento del carisma del nostro leader, acuito dalla sconfitta elettorale. Per non parlare della sconfitta politica, sfociata nella forzata rinuncia dell'unico eletto di SEL alle Europee in favore di personaggi tutt'altro che nuovi, che mai hanno lesinato le loro diffidenze verso il partito, anziché mostrare la dovuta riconoscenza. Oggi, a livello locale, questa debolezza nazionale culmina in scelte probabilmente legittime, ma da me assolutamente non condivise, che prestano il fianco alla possibile imposizione "romana" di candidati alla Presidenza della Regione. Uomini calati dall’alto che, lungi dal poter essere contestati prima di conoscerne il nome e le qualità, assumono il valore asfittico quanto atavico dei vicerè, dei quali la Calabria è stanca e di cui questa terra non ha assolutamente bisogno”. La lettera di Giuseppe Giudiceandrea si conclude così: “Ferma restando la mia riconoscenza per ognuno dei destinatari della missiva con cui rassegno le mie dimissioni dal partito, insieme alla stima personale che nutro per ogni compagno e iscritto che ho avuto l'onore di conoscere e frequentare personalmente in questi quattro anni, ritengo di non poter più condividere il percorso fatto, non tanto con le persone che lo hanno caratterizzato in provincia di Cosenza e in Calabria, ma con un partito nei cui ideali e programmi sento di non avere più granché da condividere. Mai abituato a stare con un piede in due staffe, oltre che per cultura e storia personale aduso a poter guardare negli occhi le persone che ho dinanzi, scelgo di mettermi serenamente da parte per consentire, a chi ne ha voglia nel partito, di portare avanti con medesimo impegno la linea politica che ho sin qui intrapreso”.