D’Ettoris (Pd): scuola, la riforma del governo Renzi e la confusione del sistema attuale
“Il nuovo anno scolastico, iniziato all’insegna del tradizionale e immancabile entusiasmo degli alunni porta con se anche nuovi e diffusi dubbi da parte del corpo docente e di un sistema in generale sospeso tra le esigenze di risolvere situazioni pregresse ormai non più procrastinabili e ansioso di conoscere l’evoluzione della riforma scolastica promossa dal governo Renzi.” È quanto afferma in una nota Enrico D’Ettoris, Segreteria cittadina PD Crotone.
“Una riforma che nei disegni del premier dovrà essere il risultato di un percorso condiviso tra le istituzioni, i genitori, il personale docente e amministrativo e chiaramente i dirigenti. Non una semplice formula di rito, ma un reale intendimento di imprimere dal basso una svolta innovatrice ad un sistema spesso troppo ancorato a vecchie regole e penalizzato dalla poca chiarezza del metodo di selezione. – Prosegue D’Ettoris - Sarà l’anno in cui le migliaia di abilitati TFA e PAS conosceranno il loro destino, e capiranno se i tanti sacrifici fatti (economici e di tempo) apriranno le porte all’agognato mondo del lavoro o produrranno una nuova delusione. La riforma, punta a valorizzare il merito e imprimere un radicale cambiamento alla figura del docente puntando a far diventare la scuola, un avamposto dell’innovazione e della formazione, elementi indispensabili per rendere un Paese come l’Italia più competitivo. Nessuno però può far finta di non percepire le perplessità dei tanti professori che negli anni - tra riforme più o meno calate dall’alto- non hanno visto altro risultato concreto che un taglio di cattedre e di ore d’ insegnamento.
Il PD la sua prima battaglia in materia scolastica l’ha vinta, restituendo dignità ai docenti di storia dell’arte e aumentando le ore d’ insegnamento di una materia fondamentale, in un paese che detiene un terzo del patrimonio di beni culturali nel mondo. Nessuno può negare che questo sia stato un successo del partito e conseguenza diretta di un’iniziativa di sensibilizzazione diffusa su tutto il territorio che portava il nome di “metti in circolo il pittore”. Adesso inizia la sfida più ardua, quella di cambiare, senza penalizzare chi merita e rendendo questa professione qualificata come altre, ridandole dignità e soprattutto mettendo i docenti in condizione di insegnare in scuole adeguate e con metodi e strumenti al passo con i tempi. Il PD deve essere capace di far sue le preoccupazioni dei tanti precari, e le perplessità dei docenti già in servizio, avviando un confronto aperto, sincero e concreto con gli operatori del settore e le parti sociali, nell’ottica di un dialogo diffuso che parta dai territori. Dovrà dire con chiarezza se lo Stato vuole continuare a derogare alle regole e penalizzare i titoli abilitanti, o se al contrario, finalmente si riconoscerà il merito e le professionalità. La scuola, per il Partito Democratico, resta il fondamento dello sviluppo culturale e sociale del Paese, lo strumento primario attraverso il quale sviluppare competenze e rilanciare lo sviluppo, un argine indispensabile nella lotta contro le mafie. Anche a livello cittadino, - conclude- sarà necessario coinvolgere il personale docente ed amministrativo, i dirigenti, i genitori e naturalmente i Sindacati, avviando con loro un confronto sullo stato dell’arte della scuola in città e sulla riforma proposta, affinché il futuro possa essere costruito dal basso e far sentire partecipi tutti, attraverso quegli strumenti di discussione e condivisione messi a disposizione dal governo Renzi.”