Monte: “Richiesta chiarimenti sul progetto “Ampliamento della realtà archeologica di Capo Colonna”
"Abbiamo appreso a lavori iniziati del progetto riportato in oggetto (consegna lavori luglio 2014 - fine lavori aprile 2018!), e cioè della volontà congiunta dell’amministrazione comunale e della soprintendenza archeologica - i progettisti fanno capo ad entrambe -, di stendere una pavimentazione a quadratoni (forse d’ispirazione scozzese…) nell’intera area (lung. max m 30; larg. max m 15) antistante la chiesa di Capo Colonna, senza peraltro realizzare alcun sistema di irreggimentazione delle acque meteoriche, e ricoprire le inevitabili strutture archeologiche sottostanti".
E' quanto scrive Linda Monte, nella richiesta di chiarimenti inviata al ministro Franceschini e alla soprintendenza.
"Ma il progetto finanziato - continua la nota - enuncia chiaramente “Ampliamento della realtà archeologica… “ e non sepoltura di quel che emerge e cioè, per il momento, un grande porticato spettante ad un edificio all’abitato romano. A cosa serve pavimentare? Ci chiediamo se non esista altro modo per facilitare l’accessibilità alla chiesa, anche se allo stato attuale non sembra esserci difficoltà alcuna!
Nel progetto si legge anche del recupero di un immobile solo in parte già acquisito allo Stato e ci domandiamo se esista una idea di come utilizzarlo una volta acquisito interamente e restaurato, se già gli altri edifici che hanno conosciuto la stessa sorte restano desolatamente vuoti, e quale valore archeologico gli si debba attribuire, dal momento che nella relativa documentazione non si fa parola neppure del suo interesse storico.
Quindi - 3° di 5 punti - la copertura, e si spera adeguata, delle stanze del balneum e della domus di II e I sec. a.C. con pavimentazione a mosaico… Altra storia è quella delle opere idrauliche che dovrebbero scongiurare l’allagamento periodico del museo di Capo Colonna e del ‘monitoraggio’ della falesia nello stesso settore del promontorio.
Le nostre considerazioni sono le seguenti: dato l’immenso patrimonio che tutti riconosciamo, perché mai si copre anziché valorizzare e quindi … “mettere in luce”? A quale criterio risponde una siffatta interpretazione?
La nostra richiesta, in quanto cittadini, è di ampliare la ricerca archeologica all’intera area destinata/condannata alla pavimentazione coatta e di rendere un sito di straordinaria importanza fruibile in toto dagli abitanti e dai visitatori che vi giungono".