Confartigianato Crotone: per le piccole imprese no a Tfr in busta paga

Crotone Attualità

“In questa fase di perduranti difficoltà per il nostro sistema produttivo, è impensabile che le piccole imprese possano sostenere ulteriori sforzi finanziari, come quello di anticipare mensilmente parte del Tfr ai dipendenti. - Lo si legge in una nota diffusa da Salvatore Lucà, Confartigianato Crotone -

Dopo aver subito a livello nazionale, soltanto nell'ultimo anno, una contrazione del credito erogato dal sistema bancario del 5,2%, pari a oltre 8 miliardi di euro, ora alle piccole imprese verrebbe chiesto, con molta superficialità, di erogare diversi miliardi in anticipazione del Tfr.

Siamo di fronte alla ‘misura perfetta’, se si vuol dare una mano a far chiudere decine di migliaia di piccole imprese che stanno resistendo stremate da 6 anni di crisi e difendono in tal modo migliaia di posti di lavoro”.

Giorgio Merletti, presidente di Rete Imprese Italia e di Confartigianato, respinge l’ipotesi avanzata dal Governo di inserire nella Legge di stabilità una misura finalizzata ad anticipare il 50% del versamento del Tfr ai lavoratori del settore privato.

Secondo il Presidente Merletti “per i lavoratori il Tfr è salario differito, per le imprese un debito a lunga scadenza. Non si possono chiamare le imprese ad indebitarsi per sostenere i consumi dei propri dipendenti”.

“Va sottolineato infine che il trasferimento di tutto il Tfr, o di una parte di esso, nelle buste paga significa azzerare la possibilità, per moltissimi lavoratori, di costruire una previdenza integrativa dignitosa”. Confartigianato Crotone condivide quanto sottolineato dal Presidente Merletti, anzi auspichiamo che il Presidente del Consiglio Renzi, che ha dichiarato candidamente che gli imprenditori non sono dei padroni ma solo lavoratori e li vuole rappresentare così come i dipendenti, ripensi a questa eventuale improvvida soluzione che potrebbe causare la chiusura di tantissime piccole imprese specialmente nel nostro Mezzogiorno d'Italia.

Non bisogna cercare di risolvere i problemi economici o aumentare i consumi a carico degli artigiani e delle pmi, il Governo si rivolga invece al sistema bancario che sono i soli soggetti alimentati finanziariamente a iosa e i soli capaci a fare operazioni simili. Pensare agli artigiani e alle PMI significherebbe minare seriamente un tessuto produttivo che malgrado tutto sta ancora tenendo pur tra tantissime difficoltà.”