Comunità Papa Giovanni XXIII: «Mare Nostrum deve proseguire»
«L'operazione Mare Nostrum non va interrotta perché sta salvando migliaia di vite umane e questo viene prima di ogni valutazione di tipo politico ed economico» ha dichiarato Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII. L’associazione domani sarà presente con una delegazione alla preghiera promossa dalla Comunità di Sant’Egidio che si svolgerà a Lampedusa in memoria delle 368 persone morte nel naufragio del 3 ottobre 2013.
«Un maggiore coinvolgimento dell'Europa è necessario – prosegue Ramonda – ma Frontex Plus non è la risposta perché non ha le caratteristiche né i mezzi per sostituire Mare Nostrum e il risultato sarebbe la morte certa di decine di migliaia di giovani, donne, bambini. Occorre al più presto aprire un canale umanitario affinché chi scappa dalla guerra e dalla disperazione non sia più costretto ad affidarsi a trafficanti di esseri umani, con l’impegno dell’Europa a distribuire l’accoglienza di questi fratelli in tutti gli stati membri».
La Comunità Papa Giovanni XXIII, in prima linea nel gestire l’accoglienza dei profughi, lancia anche un allarme. «Da luglio ad oggi sono arrivati nel porto di Reggio Calabria 13.500 profughi, 800 dei quali sono minori non accompagnati – spiega Giovanni Fortugno, del direttivo coordinamento diocesano sbarchi di Reggio Calabria –. Solo la metà di questi ragazzi sono stati seguiti e collocati dai servizi sociali, degli altri si sono perse le tracce e ci sono seri motivi per ritenere che diversi di loro siano finiti nel giro della prostituzione, dello sfruttamento del lavoro minorile e anche del traffico di organi».
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha già accolto nelle proprie case famiglia oltre 300 profughi e sta per aprire a Reggio Calabria una nuova casa di accoglienza per minori non accompagnati.