Fisco: Federconsumatori, Tari costa +6 euro di Tares a famiglia
La Tari 2014 rispetto alla Tares 2013 (senza considerare la componente servizi indivisibili) registra un aumento medio del +2,25% pari a +6 Euro annui, per una spesa complessiva media per la famiglia tipo di 284 Euro per la Tari 2014 e a 278 Euro per la Tares 2013.
È quanto si legge nella VIII Indagine nazionale del C.R.E.E.F. - Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione Federconsumatori sui "Servizi e Tariffe Rifiuti su un campione di 91 città capoluogo su 106. Dall'indagine risulta che al 30 settembre, termine ultimo per approvare i bilanci comunali, 91 città capoluogo su 106 hanno approvato i regolamenti della nuova Tari con le relative tabelle, le restanti, in diversi casi, hanno approvato solo i regolamenti, riservandosi di deliberare in un secondo momento gli importi; mentre il quadro della Tares 2013 è completo.
Federconsumatori denuncia, inoltre, come "negli ultimi tre mesi dell'anno si siano condensate le scadenze dei pagamenti dei tributi sopra citati, con un enorme impatto sui bilanci delle famiglie". Anche la nuova Tari 2014, che ha sostituito la Tares, riflette una giungla tributaria in cui, a parità di condizioni, emergono forti differenze da città a città non solo in merito all'importo della tassa ma anche relativamente alla qualità del servizio e alla sostenibilità ambientale. Forti differenze si registrano inoltre sulle "riduzioni, agevolazioni ed esenzioni".
"Nel campione delle 91 città in cui è stata varata la Tari 2014 - spiega l'indagine - per un appartamento di 100 metri quadri con un nucleo familiare di 3 persone, l'aumento medio nel quadriennio 2010-14 è stato del 21,96%, pari a +51 euro (senza considerare nella Tares la componente servizi indivisibili), a fronte di un'inflazione nazionale nello stesso lasso di tempo del 7% (dato Istat). Cio' significa che l'aumento medio ha raggiunto il triplo dell'inflazione. In particolare, l'incremento rilevato è stato del 165% a Reggio Calabria, del 160% a Reggio Emilia, del 114% a Livorno e del 105% Sanluri, del 73% a Cagliari, del 63% a L'Aquila, del 61% a Palermo, Messina, Matera e Avellino. Al contrario risultano invece in calo gli importi a Cremona (-14%), a Verbania (-13%), a Caserta (-11%), a Cuneo (-9%) ed a Napoli (-8%). Confrontando i dati relativi alla Tari 2014 e alla Tares 2013 (senza considerare la componente servizi indivisibili) emerge un aumento medio del +2,25% pari a +6 Euro annui, per una spesa complessiva media per la famiglia tipo di 284 Euro per la Tari 2014 e a 278 Euro per la Tares 2013".
Osservando i risultati nel dettaglio, si nota che l'aumento più rilevante è quello di Sanluri, dove la spesa lievita in un solo anno di 1 euro al metro quadro, raddoppiando quindi l'importo annuo (+110,5%). A seguire troviamo Avellino, Lodi con il +24%, Matera e Pisa +19%, Frosinone e Brescia +17%, Carbonia +16% e Viterbo +14%. All'opposto, invece, si registra una diminuzione del -21% a Reggio Emilia, del -20% a Cremona, del -17% a Macerata, del -13% a Sondrio, del -11% a Caserta e del -10% Mantova.
Nella classifica delle città più care, in cui la spesa annua per la Tari 2014 risulta più elevata, vediamo in testa Cagliari con una spesa di 532 Euro, Siracusa con una spesa di 502 Euro, Reggio Calabria con una spesa di 496 Euro, Salerno, con una spesa di 473 e Napoli con una spesa di 463. Le città meno care invece sono Cremona con una spesa di 136 Euro, Udine con una spesa di 161 Euro, Brescia e Belluno con una spesa di 175 Euro, Vibo Valentia e Ascoli con una spesa di 185 Euro, infine Mantova con una spesa di 186 Euro a fronte di una spesa media nazionale di 284 Euro. Riguardo alle agevolazioni, "dei 91 regolamenti Tari esaminati, il 98% prevede riduzioni, agevolazioni o esenzioni tariffarie per famiglie o fasce sociali deboli per utenze domestiche".
"Le agevolazioni per utenze domestiche più applicate risultano essere quelle per le famiglie a basso reddito (il 68% delle città le applica, in aumento rispetto al 60% delle città che le applicava lo scorso anno), seguono le agevolazioni per le famiglie mononucleari (il 31% delle città le applica, nel 2013 solo il 27%), le agevolazioni per le famiglie con disabili o invalidi civili (il 16% delle città le applica, mentre nel 2013 erano il 20%), le agevolazioni per i cittadini in cassa integrazione, mobilità o disoccupazione (le applica il 7% delle città, prima era il 9%)". (AGI)