Articolo 19, Anteas scuola propone la sua “riforma”
Un tema scottante e di grande attualità, un tema che preoccupa e fa discutere. Dibattere, infatti, sull’articolo 18 non è mai facile, specie in un periodo difficile, come quello attuale che non vede, al momento, luci all’orizzonte in tema di lavoro e occupazione. Il Sindacato Antes Scuola, alla luce anche delle ultime vicende che hanno visto il Governo Renzi discutere sulla possibile abrogazione della legge, ha inteso riproporre l’importante tematica in un incontro dibattito che ha visto la partecipazione di Umberto Gargiulo, docente di Diritto del Lavoro presso l’Università Magna Grecia e l’avvocato catanzarese Ernesto Mazzei.
Il convegno, dal titolo “Articolo 18 e mercato del lavoro” è stato moderato dall’insegnante Giuseppe Grisolia, segretario provinciale Antes e si è svolto nella sala conferenze Erredue, su Corso Mazzini. Nel corso del dibattito, tanti i punti focalizzati: dalla necessità di una riforma del mondo del lavoro al valore puro, e non per nulla simbolico, dell’articolo 18. Netta la posizione di Gargiulo che critica, in qualche modo, l’atteggiamento del premier Renzi, convinto che l’eliminazione della legge sia un atto dovuto: “Per far si che gli imprenditori possano avere, non solo per cause economiche, la possibilità di licenziare o meno i propri dipendenti, in modo tale da poter opere con “mani libere”. Ma le “mani”, afferma, Gargiulo “non servono libere ma pulite”.
In Italia, ha infatti, spiegato il docente napoletano, c’è “la necessità di intervenire direttamente sul sistema normativo. L’impegno dovrà prevedere diverse fasi: dal riduzione del numero di forme contrattuali, limitare i confini della subordinazione e prevedere, per ogni occupazione, un legale e minimo salario”.
Nel nostro paese, però, tante sono state negli anni le proposte e le disfatte sul tema del mercato del lavoro. Secondo l’avvocato Mazzei: “La situazione che si vive in Italia non permette alla politica, ma anche alla società, di parlare di articolo 18. Ogni giorno verifichiamo che il potere legislativo è in mano a pochissime persone. Non può, perciò, esistere una discussione sana in merito e la stessa Costituzione che ne produce gli effetti, viene fuori in maniera distorta dalla realtà. Siamo rappresentati da persone che non conoscono i problemi di cui parlano e farne le spese restano sempre e soltanto i lavoratori che non hanno un interlocutore serio a cui fare affidamento. Gli imprenditori, non potranno mai avere “mani libere” con le quali decidere del futuro dei propri dipendenti, anzi, è proprio da quelle mani che le garanzie di tutela dovranno nascere. E tutto questo a prescindere dal mantenimento in Costituzione di un articolo che, nel tempo, si è sempre cercato di definire come causa dei problemi occupazionali in Italia”.