Dacci una zampa: “In base a quale convenzione Metauria interviene in città?”
“Ad oltre una settimana dall’infelice sortita della dirigente del Settore Politiche Ambientali, Dott.ssa Carmela Stracuzza, che pretendeva di rendere esecutiva manu militari un’assegnazione su cui pesano un ricorso al TAR, un ricorso in autotutela, una diffida tramite pec, un atto stragiudiziale di invito a diffida, nonché un’istanza di annullamento del bando, sebbene alcuna decisione sia stata presa dai commissari, ditte private hanno iniziato ad occuparsi dell’accalappiamento – allo stato abusivo – dei cani in città”.
È grave, seria ma precisa la denuncia fatta dai volontari di Dacci una zampa, che senza mezzi termini dicono “se è vero che il nuovo bando per accalappiamento e gestione dei cani catturati e catturandi nel comune di Reggio Calabria con scadenza il 20 ottobre 2014, vogliamo sapere in base a quale accordo o convenzione negli ultimi giorni i mezzi di Metauria sono stati visti operare nella città di Reggio Calabria”.
Ma i volontari sono costretti a denunciare anche una seconda “stranezza”. “Curiosamente, nel giro di pochi giorni, l’Asp ha prima ufficialmente annunciato, anche a mezzo stampa, di aver preso finalmente in gestione i 18 box del canile sanitario presenti nella struttura di Mortara di Pellaro, quindi, nel giro di pochi giorni, si è detta impossibilitata ad operare o intervenire sugli stessi cani già condotti dai Servizi veterinari presso la struttura con tanto di verbali di affidamento ”.
La nostra è una presa di posizione grave, seria e necessaria dicono i volontari perché “non è dato sapere per quale motivazione l’azienda sanitaria provinciale, chiamata – almeno in teoria – a rispondere a bisogni e necessità dei cittadini, abbia fatto dei passi indietro su un servizio che con notevole ritardo stava iniziando ad offrire. Di certo però non possiamo non segnalare l’ennesima ambiguità che sembra addensarsi sulla gestione dei randagi in città poiché, oltretutto, tale negligenza potrebbe addirittura presentare profili di natura penale in materia di maltrattamento degli animali”.
Già in passato – sottolineano da Dacci una zampa – “siamo stati costretti a segnalare a mezzo stampa e alle competenti istituzioni le anomalie che hanno accompagnato le gare bandite dall’amministrazione comunale per affrontare il problema randagismo in città, incluse le curiose circostanze che hanno indotto la dirigente di un Comune commissariato per contiguità mafiose a prorogare per ben due volte la convenzione del servizio di accalappiamento dei cani sul territorio, con strutture private interdette per mafia.
Da cittadini e non da animalisti – ci tengono a sottolineare i volontari dell’associazione “ci siamo sentiti in obbligo di segnalare alle autorità competenti quanto successo e la medesima cosa faremo in futuro, nonostante le indebite pressioni e la vera e propria campagna diffamatoria – anche questa opportunamente segnalata a chi di competenza - di cui continuiamo ad essere oggetto.
Allo stesso modo, continueremo a batterci perché sia la politica ad occuparsi del canile di Mortara e dell’emergenza randagismo in città, perché solo una soluzione di sistema che passi per prevenzione, sensibilizzazione, incentivi alle adozioni sarà possibile affrontare il problema alla radice, evitando soluzioni tampone o emergenziali che finiscono sempre per agevolare strutture private, il più delle volte inadeguate e spesso indagate”.