Effetti della crisi: parenti senza soldi, defunti risumati a spese di congregazioni e Comuni
Si avvicina il 2 novembre e con questa data per noi italiani diventa quasi automatico più che in ogni periodo dell'anno ricordarsi dei propri defunti, ma gli effetti della crisi si fanno sentire anche in questo caso. Non solo meno fiori, tombe meno abbellite, ma sta accadendo ciò che prima era impensabile tanto era forte il culto dei morti anche nella nostra tradizione. A segnalarci un fenomeno, che è un problema connesso certamente agli effetti della morsa della crisi alcuni membri di congregazioni d'ispirazione cattolica che si occupano della gestione delle cappelle destinate alla tumulazione dei defunti che lamentantano come sempre più siano i "cari estinti" che pare non sono più tanto cari, perchè al momento della riesumazione che si deve verificare obbligatoriamente dopo dieci anni dal seppellimento o dalla sepoltura in loculo pare non abbiano più parenti in vita facendone ricadere i relativi costi sugli stessi istituti religiosi. Solo per fare un esempio, i costi cimiteriali previsti a Lecce per tale operazione sono pari a 129,00 euro oltre una marca da bollo da 16,00 euro salvo che anzichè trasferire i resti nell'ossario comune non si decida di spostarli in un loculo più piccolo i cui prezzi variano da cappella a cappella e che quasi sempre superano i 1000 euro caduno, a meno che non si scelga uno doppio il cui costo solitamente è pari a 1.500 euro. Un lusso per tanti, tantissimi ormai rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che evidenzia come anche queste siano conseguenze della crisi economica che attanaglia il Paese e che coinvolge sempre più fasce della popolazione che è costretta a pensare alla propria sopravvivenza quotidiana piuttosto che ai propri cari che non ci sono più.