Defunti. Fiori ai cimiteri, il preferito rimane il crisantemo: lo sceglie l’80% dei calabresi

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Al culto dei defunti non si rinuncia e quasi l’80% dei calabresi si sono e si stanno recando in queste ore in visita nei cimiteri per rendere omaggio ai propri cari in occasione del ponte di Ognissanti e dei morti, lasciando come segno di affetto perenne un fiore o una pianta.

Ed è il crisantemo, secondo le stime la Coldiretti, che continua ad essere il fiore preferito in occasione della ricorrenza soprattutto per la sua bellezza e lunga durata, anche se non manca chi decide alternativamente.

Si stima che, in Calabria, saranno almeno 250mila i crisantemi, tra fiori e vasi, acquistati assieme a molti altri varietà del florovivaismo Made in Italy.

La produzione è in calo del 5-10% a livello nazionale a causa dei cambiamenti climatici, ed i prezzi al dettaglio – riferisce ancora la Coldiretti – sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto allo scorso anno, da 1,50 a 3 euro per gli steli mentre se si tratta di fiori in vaso o di mazzi con più fiori si va dai 5 in su.

I crisantemi acquistabili come steli recisi e in vaso nelle diverse forme con uno o più fiori per stelo, e nei diversi colori tradizionali (giallo, bianco) ai quali si sono aggiunte varianti che vanno dal viola scuro al prugna fino ai colori “bruciati” in genere.

Quest’anno, prevalentemente, si scelgono le varietà più piccole rispetto a quelle tradizionali più grandi. La produzione del crisantemo è sicuramente una delle tecniche più complesse del florovivaismo italiano, basti pensare al fatto che occorre “programmare” la fioritura, dosando le ore di buio e di luce con la copertura delle piante in funzione del momento in cui i fiori verranno messi in commercio.

Il consiglio, laddove possibile, è di acquistare gli omaggi floreali direttamente dai vivaisti, anche in considerazione del fatto che gli arrivi di fiori dall’estero sono in costante aumento (+7% nei primi sette mesi del 2023 secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat) con il rischio di comprare, magari a caro prezzo, prodotti che hanno viaggiato per migliaia di chilometri prima di arrivare sui banchi di vendita e che sono quindi destinati ad appassire ben prima di quelli italiani.

In Calabria ci sono 156 vivai con una superficie di 182 ettari e 214 aziende che producono fiori e piante ornamentali su una superficie di 153 ettari (dati Istat) che danno lavoro ad alcune migliaia di lavoratori trattandosi peraltro di lavoro specializzato dove occorrono competenze e perizia.

In questo particolare comparto – conclude Coldiretti Calabria – c’è un forte impatto sui costi di produzione, dai fertilizzanti agli imballaggi, dalla plastica dei vasetti alla carta delle confezioni fino al gasolio per il riscaldamento delle serre e alle spese di trasporto poiché l’85% delle merci viaggia su gomma.