di Giuseppe Romano
L’ampliamento dello stadio “Ezio Scida” si fa. Il Consiglio Comunale ha accettato i forti vincoli e le condizioni poste dalla soprintendenza ai beni archeologici della Calabria. La delibera è stata approvata con voto unanime dai consiglieri. Maggioranza e opposizione hanno manifestato la capacità politica di dirigere le proprie energie secondo le intenzioni dei cittadini. Non sono mancati i disappunti, espressi con toni sereni e garbati, a sostegno di idee soggettive e del comune interesse: un segnale positivo di responsabilità ed una scommessa per il futuro della città, con cento ragioni per amarla.
Ora la scommessa è sui tempi di messa in opera delle strutture assemblabili per far disputare la prima partita di campionato allo “Scida” e non allo stadio adriatico “Giovanni Cornacchia” di Pescara, indicato come punto di riferimento dall’Fc Crotone.
“Cercheremo di modificare il cronoprogramma in modo che siano pronte tutte le opere accessoria su cui dovranno essere assemblate le strutture prefabbricate-modulari”, promette l’ingegnere Gianfranco De Martino, responsabile dell’ufficio tecnico al Comune di Crotone.
Tecnici, Fc Crotone e cittadini, sono consapevoli delle difficoltà oggettive per chiudere il cantiere prima dell’inizio del campionato di serie A.
Il parere dell’ingegnere De Martino è chiaro: “L’Fc Crotone può iniziare i lavori della tribuna coperta subito, essendo una società privata, ed ha messo a posto tutta la parte burocratica. Il contatto di noleggio è stato concluso con la società Clarin di Appiano Romano, con industria a Bologna, una società importante che ha già realizzato stadi in tutta Italia”.
“Le difficoltà maggiori - spiega ancora De Martino - sorgono per l’ampliamento della Curva Sud, che spetta al Comune portare a termine. I tempi sono strettissimi, anche se sono stati spediti gli inviti per le gare, su indicazione di un progetto esecutivo. Seguono i quindici giorni per aprire le buste, il tempo per l’appalto e mettere a punto alcune opere accessorie capaci d’inglobare la tribuna modulare prefabbricata. Inoltre, per rendere utile il settore, occorre demolire il vecchio muro di cinta e spostalo più dietro, con la conseguente risistemazione dei tornelli. Occorre rigenerare il bitume già esistente e definire gli altri impianti esistenti. Eccetto i servizi igienici che saranno ubicati in un prefabbricato”.
UN PERCORSO LUNGO che, secondo il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune, potrebbe richiedere oltre 60 giorni per l’agibilità. Anche a lavorare a tempo di record, si potrebbe essere pronti oltre la metà del mese di settembre.
Per iniziare il campionato tra le proprie mura, l’ingegnere Gianfranco De Martino, avanza l’ipotesi di “limitare lo stadio alla curva sud attuale, procedendo solo alle sistemazioni esterne di essa e la struttura prefabbricata - sostiene - verrà inglobata in quindici giorni, quando il Crotone giocherà fuori casa o in una pausa del campionato. Con questa soluzione - dice il dirigente - lo stadio raggiungerebbe una disponibilità provvisoria di 13-14 mila posti”.
Potrebbe essere questa l’alternativa giusta, anche se era stata data assicurazione che tutto era fattibile entro l’inizio del campionato. L’ingegnere De Martino giustifica così il ritardo: “Si è perso molto tempo per il cambio di Amministrazione e, soprattutto, per il cambio alla dirigenza generale della soprintendenza ai beni culturali nella persona del dottor Mario Pagano che, alla fine, bisogna ringraziare per essersi messo a disposizione dal secondo giorno stabilendo dei punti chiari e fermi”.