L’aeroporto di Crotone e il ‘brodino’ di Dorina: quando le parole volano ma gli aerei no

4 novembre 2017, 12:15 Sr l'impertinente

“Le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo” ha detto Buddha. A Crotone e in Calabria, invece, le parole tendono a cambiare solo la realtà dei fatti. Prova ne sia quello che sta accadendo con l'aeroporto pitagorico dove a meno di un mese dalla strombazzata riapertura ancora non si conosce neanche la compagnia che metterà a disposizione gli aerei.


di Sr* l'impertinente

Sulla riapertura dello scalo quasi tutti concordano ma, di fatto, ancora non c'è ancora nulla di concreto ed i molti dubbi, i soli che finora aleggiano, non sono stati sciolti così come tante domande sono ancora senza risposte.

L'unica cosa certa, finora, è la confusione, con azioni che, di fatto, smentiscono le dichiarazioni del politico o rappresentante istituzionale di turno, ingenerando sconcerto e sfiducia.

“Le parole non sono identiche alle cose. Conoscere delle parole relative a dei fatti non equivale in nessun modo alla comprensione diretta ed immediata dei fatti stessi” sosteneva Meister Eckhart.

Ad esempio: sul tema della riapertura dello scalo S. Anna una delle più prodighe nelle esternazioni ottimistiche è stata certamente la sottosegretaria al Mibact, Dorina Bianchi e le parole di un rappresentante - seppur defilato - del Governo nazionale conteranno pur qualcosa o, almeno, saranno profferite con cognizione dei fatti e di ciò che accadrà in questa vicenda, a tratti farsesca?

“Abbiamo una società unica alla gestione degli aeroporti calabresi. La Sacal riassorbirà tutti i lavoratori precedentemente impiegati a Crotone, cosa che, purtroppo, non è avvenuta negli altri scali”. Dorina dixit.

Per Tom Stoppard “le parole sono sacre. Meritano rispetto. Se scegli quelle giuste nel giusto ordine, puoi spostare un pochino il mondo”. I crotonesi, in realtà, vorrebbero solo spostarsi loro considerato l'isolamento in cui si trovano.

Rassicurazioni a piene mani, dunque, per i lavoratori del Pitagora che con il loro sacrificio hanno mantenuto aperto per mesi lo scalo mentre - come sostiene la magistratura con il rinvio a giudizio degli ex vertici - si sarebbe scialacquato.

Peccato, però, che la Sacal proprio ieri ha pubblicato un annuncio per cercare società di lavoro interinale per reperire personale già formato da utilizzare nell’aeroporto di Crotone.

Ma la Bianchi con che Sacal ha parlato dunque? Intanto a parlare con la società che gestirà il S. Anna, anche i sindacati, che sono stati convocati per il 7 novembre, nella speranza che si risolva questo così come i tanti altri arcani “misteri” della vicenda.

Viene da pensare che avesse davvero ragione Soren Kierkegaard quando diceva che “gli uomini (ma anche le donne ndr) hanno il dono della parola non per nascondere i pensieri ma per nascondere il fatto che non li hanno”.

La sottosegretario ha poi aggiunto che “Arturo De Felice ha fatto sapere che si è concluso l’accordo con un vettore del gruppo Lufthansa e che già dalla prossima settimana verranno attivate le attività propedeutiche necessarie per far ripartire i voli da e per Crotone”.

Da queste parole emergono almeno due cose: o il rappresentante crotonese del Governo non sa ancora il nome della compagnia che decollerà da Crotone o questo nome rivaleggia - in termini di mistero - con il terzo segreto di Fatima.

Di solito, quando le cose si tengono troppo nascoste, aumenta il rischio della sorpresa sgradita o della soluzione di piccolo cabotaggio: cioè, facendo partire i voli come specchietto delle allodole, senza una concreta prospettiva per il futuro.

“Quando un uomo ha prodotto moltissime parole perde la nozione di quanto esse significhino per gli altri. Solo allora comincia la vera cattiveria del parolaio” scriveva Elías Canetti.

Intanto di crotonesi che volano c'è solo la Bianchi considerato che i suoi impegni di governo la vedono in giro dal Salone del Libro di Santiago del Cile, alla Fiera Internazionale del Turismo dell’America Latina, presso La Rural di Buenos Aires, al Vietnam Tourism Roadshow, solo per citare i più recenti.

Mentre il crotonese - inteso come cittadino – invece è sempre fermo al palo, ad attendere non Godot (anche per quello ormai le speranze sono naufragate) ma semplicemente un vettore che possa consentirgli di spostarsi: per curarsi, trovare lavoro o forse un futuro.

La speranza è che il “piattino” che la politica e le istituzioni rifilerà al territorio, non sia così indigesto come altre volte è accaduto in passato. Perché, finora, anche in termini di rappresentanza, al crotonese è spettata sempre la solita minestra.

* simbolo dello stronzio