Rock melodico e rutilante ritmo di tamburi, wagneriano squillare di trombe per l’esordio in scena calabra di Thomas Schael che debutta sulla pubblica piazza della malasanità regionale (quella dove si uccidevano i primari "o per pilu o per pila”, si sparava all’impazzata nei pronto soccorso delle faide e delle guerre di mafia, il territorio statale dove la ‘ndrangheta preventivamente sequestrava i farmacisti in base al casting dei flussi di spesa erogati dagli assessorati alla sanità modello bancomat, con tutti i tratti della sua ingegnosa e multiforme personalità pragmatica.
di Vito Barresi
Ma anche col botto di un suo primo sbilancio annuale di ben 51 milioni di euro (cioè in un anno 139.726 euro al giorno, compresi sabato e domenica e feste comandate), aggiunti allo sprofondo di debiti in cui si trovava infognata l’Asl di Crotone.
La stessa per cui, a detta dei suoi insospettabili declamatori di valori a cinque stelle, venne chiamato a furor di ‘populismo’ per rammendare almeno un centimetro dell’ampio squarcio che lacerava gli abiti carnascialeschi del signor ‘Paga Pantalone’ della premiata ditta Affari&Imbrogli degli ospedali calabresi.
Per l’Orlando Furioso della calabra sanità, manager di carattere ‘kantiano’ con accenti e atteggiamenti di sublime sapienzialità silana, in grado di disintegrare con penna intrisa di pathos nemici e avversari, anche ricopiando a mano il ciclo carolingio del San Giovanni di Dio in Crotone, narrato a teatro alla Radio 24, finalmente venne il tempo di sfoderare la Durlindana.
Colpire secco al cuore del contro stato di ogni malcostume e corruzione, in virtù non solo della forza a scartamento ridotto conferitagli con contratto e nababbi emolumenti da Agazio Loiero e Doris Lo Moro (con visto di legittimità del vicepresidente della Regione Nicola Adamo) ma soprattutto dall’aura di leggenda e sentimento ariostesco conquistato tra il popolo e le plebi acclamanti senza ancora uno straccetto di reddito di cittadinanza.
Il tedesco cutrese d’adozione
e l’aura di leggenda conquistata
tra il popolo acclamante
Massimo di Cutro ricordava di
“conoscere personalmente Thomas Schael e con certezza sostenere che chi dice che sono stati ignorati i manager crotonesi non ha idea di cosa stia parlando. L’ingegner Schael, che potrebbe permettersi di vivere ovunque ed andare in vacanza in qualunque luogo, ha casa a Steccato di Cutro. Ci torna appena ha un momento libero da impegni di lavoro altrove. Passa l’estate sulla spiaggia di Steccato. Insomma, al contrario di quanti invece di impegnarsi per il territorio in cui sono nati, lo disprezzano e vanno ad arricchire il Nord, Thomas Schael ha scelto la nostra terra. Ha sposato una cutrese ed i suoi figli vengono educati nelle nostre scuole.”
Congratulazioni a Thomas Schael, esultava Diego su un post:
“non so perché, ma mi sta già simpatico. Comincio a rivalutare Loiero, pensavo fosse il solito politico. Secondo me Schael avrà grossi problemi e ci sarà bisogno di tutto l’appoggio di quella parte sana del crotonese per poter fare qualcosa di buono a Crotone. In bocca al lupo signor Schael”.
Luigi di Petilia Policastro continuava la ‘ola’ da stadio, visto che sta al fianco dell’Asl Magna Grecia, con un
“Vai Agazio! Finalmente l’hai capita! Nel Sud, in Calabria, nel crotonese in particolare, ci vuole la mentalità tedesca per andare avanti e guardare il futuro con ottimismo e civiltà. Mentalità tedesca = ordine, razionalità, efficienza; Mentalità meridionale = disordine, caos, inefficienza, ladronerie. Un po’ di Germania non fa male!”
Per non dire di Giuseppe che gioiva:
“Finalmente arrivano gli stranieri a gestire le nostre aziende pubbliche, sono certo che la scelta del governo regionale non sarà smentita dall’operato del nostro concittadino europeo Schael, perché si rivelerà sicuramente meglio rispetto alle precedenti gestioni (direi fallimentari visto lo stato della sanità nella provincia di Crotone, ad eccezione dell’Istituto S. Anna)”.
Anche se non mancò la voce fuori dal coro di Paolo che osservava laconico:
“Vergogna su vergogna, questa è la solita incapacità dei calabresi, possibile che non c’era un calabrese al posto del tedesco? Per il prossimo presidente della Regione nominerete un altro tedesco?”
Dal pindarico progetto
di efficienza alla riduzione
dei distretti sanitari
Il pindarico manager presentò il suo progetto affermando che avrebbe garantito un miglior utilizzo delle risorse esistenti, il potenziamento della medicina del territorio.
Letteraria e degna di un viaggiatore tedesco del Grand Tour ottocentesco tra miseria e bellezza del Sud, la riduzione dei distretti sanitari di base da quattro a due: Distretto Sanitario di base Sila e Distretto Sanitario Ionio.
Dentro il primo tutti i comuni della Sila e della presila, al comando della ‘pupilla’ di Mario Oliverio, l’ex Pci Angela Caligiuri, medico di base a Savelli, attualmente Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia; nel secondo tutti i comuni marini con in testa Piero Vasapollo, medico di base di Cutro.
Ma finite le danze d’accoglienza, la lussuosa ouverture nelle stanze del reame, le stesse che prontamente Schael avrebbe provveduto ad arredare in barba alla disastrosa situazione di “un'azienda sanitaria che presentava problemi di bilancio e di gestione tale da non permettere un ulteriore aggravamento di spese certamente non opportune quali il rinnovo degli arredi degli uffici della direzione generale con la scelta di lumi della murina e di mobilio di gran pregio”, ecco la cruda irruzione nella sfera del reale, con partenza da un disavanzo pregresso per la sola ASL di Crotone di quasi 70 milioni di euro non dichiarato nei bilanci di esercizio, che si arricchisce in men che non si dica di ben nuovi 51 milioni in un solo anno di gestione del ‘cambiamento’.
Schael si difese strenuamente, giustificando l’aggravarsi della situazione sotto la sua direzione con il rischio per la Regione Calabria di uscire dal Patto di Stabilità, accusando altri di intimidirlo, impedirgli di agire, specie dopo la bocciatura del suo progetto di bilancio 2004 e 2005 da parte della Giunta in base ai negativi pareri forniti dall'istruttoria curata da Peppino Biamonte, un dirigente poi accusato di aver favorito una struttura privata dell’ex consigliere e assessore regionale Domenico Crea.
L’imponente debito del bilancio
e le faraoniche spese per l’immagine
A distanza di un anno e mezzo erano già in tanti a chiedere una verifica. E tra questi spiccavano i sindacati, sia la Cgil che la Cisal, con la prima che rilevava come “i picchi negativi raggiungi da questa direzione abbiano avuto pochi eguali negli anni sia in termini di amministrazione delle risorse che in termini di governo più complessivo della sanità”, e la seconda sigla che ironizzava sul fatto “di essersi prima presentato con il volto e i modi affabili, sorriso standard e farfallino che ispira simpatia”, chiedendo collaborazione per riempire di contenuti ma poi elaborando, in solitudine e senza consultazioni, un atto aziendale, senza concertare le decisioni, facendo di testa propria, lasciando tutti scontenti e con la sensazione di essere stati presi in giro.
Entrambe le sigle imputavano a Schael di aver voluto dare, in sostanza, soltanto l’impressione, la finta di una sanità che cambiava, la parvenza di voler costruire una macchina burocratica più agile, pronta a dare risposte più adeguate all'urgenza, salvo poi scoprire che non bastava un eccellente arte della comunicazione per convincere la gente a vedere una realtà diversa da quella che era effettivamente.
Proteste e clamore che aumentarono di giorno in giorno a dismisura nonostante la straordinaria potenza comunicativa e mediatica messa in campo da Schael che non lesinò investimenti nel suo sproporzionato e faraonico piano della comunicazione alla Magna Grecia, un colossal in formato localista, polemizzava l’allora direttore sanitario Angelo Carcea, che si sostanziava nella dispendiosa spesa di migliaia di euro, sperperati per l’acquisto di profilattici distribuiti all'uscita delle discoteche e per le centinaia di poster pubblicitari di una nota agenzia crotonese affissi sui mezzi di trasporto di un’autolinea privata, per non parlare dei tanti rivoli in cui la gestione avrebbe disperso il denaro pubblico, attraverso iniziative solo di immagine, prive di alcuna effettiva ricaduta sulla qualità dell'assistenza sanitaria.
Il “collasso della macchina
delle prestazioni” ed
i “piani” del Re di Prussia
Tuttavia le abnormi negatività della sua gestione cominciarono a sostanziarsi in precisi rilievi e richiami sia interni che esterni all’Azienda pitagorica anche perché molte delle sue azioni erano piuttosto di competenza della medicina territoriale e non ospedaliera, culminate nelle richieste a voce unanime della sua immediata rimozione da direttore generale.
Lo sbandierato cambiamento, avvertiva il collegio sindacale dell’Asl in un proprio documento, era diventato un lusso troppo oneroso per gli utenti della sanità crotonese e calabrese e con una perdita di 51 milioni in soli 12 mesi si delegittimava tutto il sistema, saltava il banco.
Fu così che la conferenza dei sindaci del crotonese sollecitava l'assessorato regionale alla salute a rescindere il contratto con il direttore generale, Thomas Schael, che stava a loro dire “portando al collasso la macchina delle prestazioni, con i danni alla sanità crotonese incolmabili, oberata da fitti passivi; incremento della spesa farmaceutica di 7 milioni in più; mancanza di investimenti in attrezzature; aumento dei costi per l'acquisto di beni, circa 6 milioni in più rispetto al 2005; mancato pagamento delle cliniche e strutture private accreditate, che rischiavano il fallimento per il grave ritardo con cui incassano i propri crediti”.
Tanto da far pensare che Schael stava davvero lavorando per il ‘Re di Prussia’ destrutturando l’ASL pitagorica, al fine di favorire un ridimensionamento molto consistente nell’ambito delle politiche sanitarie della Regione Calabria. Ma a favore di chi?
(… continua)
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