Ma chi ha voluto il ritorno di Thomas Schael, ieri espulso con decreto di giunta dall’elenco dei dirigenti regionali, oggi ritornante sull’ala destra e populista del Movimento Cinque Stelle, nella nuova potentissima carica di sub commissario, ossia vice capo, laddove il commissario è il generale dei Carabinieri Saverio Cotticelli?
di Vito Barresi
Nei lunghi corridoi del potere ospedaliero e sanitario calabrese sono in tanti a domandarsi per quale ragione e quali finalità politiche e amministrative sia stato scelto proprio un nome non certo di primo pelo come quello dell’ex direttore generale dell’Asl Magna Graecia di Crotone.
In breve, tutto il personale medico e paramedico, l’immenso sottobosco che ruota intorno alla sanità regionale, il gigantesco numero di occupati diretti e indiretti nel settore, la vasta, milionaria e ramificata movimentazione economica, imprenditoriale e finanziaria che va dal primario all’infermiere, dal burocrate in ufficio amministrazione all’ausiliare del reparto, dal proprietario della clinica privata ai veterinari pubblici, si sono chiesti chi sia questo nuovo magico capo tanto carismatico che i grillini hanno voluto a tutti i costi mettere in testa ai loro cartellini.
La lobby “tetragona” e la
carica pro consolare nel feudo
del grande centro storico
E se dietro la furiosa carica che da mesi hanno inscenato a suon di visite parlamentari e interrogazioni e inchieste per farlo nominare a tutto tondo non già vice ma nella carica monocratica, plenipotenziaria e pro consolare, di commissario straordinario unico della Sanità calabrese, cosa poi parzialmente avvenuta, non si profilino ben altri progetti politici di conquista e predominio, in qualche modo suggeriti e pilotati da una nuova e ‘tetragona’ lobby ai più segreta e sconosciuta agli elettori calabresi, gli stessi che hanno plebiscitato l'anonima grillini a scatola chiusa, lobby che ci si domanda semplicemente se esistente davvero o se invece sarà smentita da qualcuno o dai fatti, se sia composta da uomini d’affari, politici riciclati, ex consulenti leghisti di cliniche fallite e industrie private bidonate in terra pitagorica, giornalisti passati dalle file del vecchio a quelle del nuovo Consiglio dei Ministri in attesa di campagne stampa che diano ossigeno al lusso dell'online misto carta stampata, filosofi della comunicazione con barba finta gioachimita che ammassano qualche profit di troppo tra le quattro borse griffate di deputati e senatori , ingegneri ingordi e avidi di nuove strade e lotti d'esproprio con diritto di svincolo, il chi c'è dietro e chi si nasconde tanto caro ai dietrologi inquadrati in una 'intelligence interna', una cellula segreta tipo fantasy spy-sky alla Cogliandro, un servizio informazioni dei grillini dislocato sul territorio, con agenti segreti informatori sul modello militante e islamico dei pasdarn (coloro che vegliano), al comando degli ayatollah locali e provinciali della rete criptogrillina in Calabria, di cui pare (si favoleggia e si fantastica) sia autodotato il Movimento Cinque Stelle ovunque, una parastruttura 'segreta' molto simile nel suo intrinseco organigramma di controllo a quella del regime teocratico iraniano, il chi è che occupa i seggi invisibili degli ideologi, dei probiviri, dei garanti alla Beppe, dei fondatori originari e puri del Movimento, che si muovono dietro l’oscura nebulosa della nuova maggioranza di governo pentaleghista.
Partito movimento transformer-transgender per la mutevolezza di scambi tra destra e sinistra, pubblico e privato, politica e antipolitica, istituzioni e movimento, stato e elite del potere, che guarda con notevole interesse ed evidente bramosia a conquistare la preda delle prede, la belva bruzia in terra di sottosviluppo, cioè la Regione Calabria, da sempre feudo e dominio incontrastato di comunisti, socialisti, ex democristiani, popolari, insomma dal grande centro di storico radicamento.
La nuova élite politica,
il trucco del filo logico
e il nuovo assetto regionale
Dietro il decreto di comando, formalmente assegnato a un Carabiniere in pensione, ma sostanzialmente consegnato ad personam a Thomas Schael c’è chi ha intravisto il trucco di un filo logico teso da una nuova élite del potere politico calabrese, quella che ha in mano quasi per intero la rappresentanza parlamentare, che intende con ogni mezzo decidere e stabilire quale dovrà essere il nuovo assetto regionale partendo in posizioni di vantaggio nella contesa elettorale per il rinnovo del Consiglio e della Giunta regionale.
Fatto che avrebbe certamente dovuto allertare il sistema delle garanzie repubblicane, a ragione dei dati che emergono copiosi nella letteratura fascicolare a proposito di Schael, lo stesso incoronato viceré del regno sanitario delle due Sicilie e che concludevano la non brillante parentesi pitagorica, voto in pagella un quattro meno meno, dopo il sontuoso soggiorno alla Goethe in un lembo di Magna Graecia, più modernamente denominato Asl 5.
Perché, dunque, tra tante personalità, tra i tanti calabresi apprezzati al nord Italia e nell'Unione Europea, per non dire anche nelle lontane Americhe del Nord e del Sud o in Australia, che pure si sono distinte in tanti campi della managerialità socio-sanitaria, il Ministro siciliano Giulia Grillo ha infine decretato di scegliere proprio un calabro-tedesco comeThomas Schael?
Riflessioni curriculari abbastanza vaghe che pure valgono, pesano enormemente e si sostanziano in un incarico politico strategico e apicale che potrebbe fare la differenza nel prossimo voto per l’elezione del Consiglio e della Giunta regionale.
La scelta della “grillina catanese”
e il dominio colonialistico
della rete ospedaliera calabrese
Curriculum che evidentemente soggetto a pesatura senza tara letto, approvato e preso in dovuta e vincolante considerazione da parte del Ministro della Sanità, la ‘grillina catanese’, espressione del Movimento Cinque Stelle siciliano, geografia non indifferente nel dominio colonialistico della rete ospedaliera calabrese, che ha scelto Thomas Schael al seguito, dicono ma con evidente beneficio d’inventario, di un’accuratissima selezione dei profili atti a ricoprire l’incarico di commissario straordinario in Calabria.
Infastidita la Ministra Grillo osservava che era del tutto inutile avanzare:
“qualche critica per aver enfatizzato il bisogno di legalità quale presupposto della scelta dei nomi. I commissari ad acta sono figure di garanzia, che incarnano i valori della competenza, onestà e trasparenza, da sempre miei cavalli di battaglia. Sono sicura che porteranno buoni risultati. Per gli incarichi di subcommissari ho scelto personalità di chiara fama e competenza nella gestione della sanità pubblica. Le personalità designate stasera dal Cdm hanno tutti i requisiti per fare un buon lavoro, vi assicuro che lavoreremo a stretto contatto e tra sei mesi valuteremo i risultati”
La fama di Schael è ubiqua, picaresca, internazionale, fotogenica, comunicativa.
Il gusto della “location”:
un bisogno di grandi spazi
o dei simboli di comando?
A tal punto che ovunque vada egli ha bisogno sempre di grandi spazi, in ogni caso di simboli visibili del suo potere di comando, insomma di un castello, se non di carta, almeno di cemento armato, come quello immediatamente richiesto alla Cittadella Regionale di Germaneto, faccia fronte con il Policlinico Universitario sempre e di nuovo della Magna Graecia.
Il gusto della ‘location’ lo contraddistingue fin dai primi passi in carriera tanto che lui stesso confesserà:
“Ammetto di aver disdetto nella città di Crotone un numero significativo di locali, di cui gran parte fuori legge, per unificare i servizi distrettuali, la prevenzione e gli uffici amministrativi in un unico centro direzionale di fronte alla stazione dei pullman che collega tutti i comuni di competenza dell'ASL. Forse la politica amava più il frazionamento in modo antifunzionale su tanti soggetti per la numerosità dei potenziali sostenitori elettorali?”
“Ammetto di aver sistemato una serie di imperfezioni amministrative su questioni di edilizia sanitaria e patrimonio immobiliare. Faccio l'esempio del vecchio ospedale di Crotone che non era mai stato ceduto al Comune di Crotone con un atto notarile di voltura e senza il possesso del suolo si stava costruendo il nuovo teatro comunale finanziato dalla Comunità Europea”.
“Questi sono solo alcuni esempi della mia esperienza gestionale a Crotone. Dopo tutto questo alla fine ho capito che la volontà della politica calabrese, a differenza delle premesse iniziali, era lontana dal mio modo di fare e dai miei valori etici e professionali”.
La guerra aperta tra il manager
e l’ex sindaco sullo sfondo
del porto dell’antica Kroton
Tra Schael e l’ex sindaco nonché assessore regionale Saverio De Santis, fu guerra aperta sui fitti di una parte dei locali de “il Granaio” alla Asp di Crotone, una guerra protesa a colpire soprattutto Donato De Pietro, imprenditore ed editore televisivo, responsabile della Ips Immobiliare, che aveva firmato un ‘contratto’ milionario con il manager tedesco.
Secondo lo storico patron della televisione più seguita a Crotone, Rti, questi erano i risultati di una campagna dell’alterazione dell’informazione, effettuata “tramite un’emittente locale che, ormai, non so più da quanto tempo sistematicamente si interessa alla locazione del Granaio”, che aveva diffuso la notizia che l’Asp spendeva, con il contratto firmato da Schael, ben 1,2 milioni di euro.
Panta Rei, tutto scorre, tutto cambia. Come da copione nella congiunzione perfetta ed eterna tra politica, affari e sanità. La saga di Schael stava per finire o per ricominciare?
Già, se non fosse stato per quella concentrazione a maniero medievale, a blocchi, gradoni e scalinate, dove avveniva l'apoteosi del cavaliere solitario, in un complesso edilizio che fin dai primi scavi perimetrali sembrò fortemente scosso, nelle sua fondamenta, dalle polemiche archeologiche e politiche, per via del fatto che il manufatto era stato costruito su una sponda del fiume Esaro, in cui si trova praticamente sepolta e sotterrata il primigenio e meraviglioso porto dell’antica Kroton.
(Fine)
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