La lenta conversione da aree industriali a zone commerciali sta trasformando il volto delle contrade a nord della città. Ma se lungo la Ss 106 è un fiorire di negozi e centri commerciali, basta fare un giro nelle vie più interne per rendersi conto dello stato di abbandono di quella che dovrebbe essere la principale zona produttiva.
di Francesco Placco
Era il lontano 2003 quando venne annunciato uno storico “cambio di passo” per la popolazione crotonese. Veniva inaugurato il primo centro commerciale di tutta la provincia, Le Spighe, che dopo diversi anni di lavoro ed oltre 10 milioni di investimento non rappresentava solo un’opportunità lavorativa, ma anche una speranza: quella della tanto annunciata riqualificazione dell’ex zona industriale.
Da allora sono passati sedici anni e la città si è dotata di diversi nuovi centri commerciali, ai quali vanno affiancati i numerosi negozi di grandi marchi, ma anche i vari outlet, i punti di ritrovo, i fast food e perfino dei locali e delle cliniche.
Le attrattive non mancano, in quella che un tempo era una zona contraddistinta esclusivamente da piccole industrie e fabbriche.
L’area industriale di Crotone in fondo occupa una superficie di oltre cinque chilometri quadrati, escludendo le zone interessate dalla bonifica (LEGGI) e dall’Antica Kroton (LEGGI), ed offre centinaia di strutture già pronte. Dovrebbe essere il naturale centro di sviluppo e proliferazione economica della città, ma non è così.
Abbandonata la SS106, che ci offre decine di insegne e negozi, le strade interne lasciano il posto ad uno scenario di desolazione disarmante.
A fronte di decine di imprenditori che curano i loro spazi, ci si trova davanti a dozzine di strutture fatiscenti, abbandonate, cadenti, divelte. Le erbacce sovrastano i muretti diroccati, i recinti formano delle paludi dalle quali l’acqua fa fatica a defluire.
Uno scenario surreale, che alterna grandi magazzini operativi e pullulanti di vita ad enormi strutture aperte, ricolme di rifiuti di ogni genere.
Pneumatici e materassi invadono le strade, rifiuti ingombranti si corrodono all’acqua e al vento. Le strade, larghe e lunghe per permettere le manovre agli autoarticolati più imponenti, sono costellate di crateri e, nelle zone più interne, recintate e “chiuse” da chi si è costruito un rifugio di fortuna, in modo da impedirne il transito.
Nonostante esistano ancora numerose realtà produttive, l’area industriale di Crotone si presenta male. Quella che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città (LEGGI), capace di produrre e di rendere, di creare lavoro, impiego, di alimentare l’economia, sembra più un cimitero ricolmo di nomi altisonanti.
Nel frattempo, vanno svanendo le aspettative riposte nei CORAP (LEGGI), e tutte le attenzioni riguardanti l’ex zona industriale si concentrano sul tema - importantissimo - della bonifica ambientale.
La “trasformazione” (o “conversione”) dell’area industriale in area commerciale sembra già fatta, ma le carenze sono evidenti, e lasciano intravedere un’area dall’enorme potenziale completamente abbandonata a sé stessa.
Non esiste infatti alcun piano di rilancio, di sviluppo o di adeguamento, anzi, nel nuovo Piano Strutturale Comunale (QUI) si parla genericamente di aree “destinate alla localizzazione dei grandi servizi di massa” o “alle attività commerciali”.
Niente di nuovo all’orizzonte, insomma, quando invece bisognerebbe provvedere a curare l’immagine dell’intera zona e predisporre tutta una serie di servizi per renderla realmente appetibile alle aziende ed alle compagnie che vogliono investire.