“La coerenza è il fondamento della virtù” (Sir Francis Bacon). Assalto francese e ritirata spagnola: questo il commento più consono che si possa fare alle ultime notizie che arrivano dal fronte delle elezioni regionali del prossimo gennaio. I due comandanti dei battaglioni che si annunciavano guerriglia, alla fine si sono infatti uniti alle truppe fideiste e finiranno per combattere insieme a chi, fino a pochi giorni prima, era nemico. Coerenza docet!
di Sr* l’Impertinente
Alla fine Mario Oliverio ha mollato: ritira la sua candidatura ed appoggia quella di Pippo Callipo alla presidenza delle Regione, così come fanno, in area centrodestra, gli Occhiuto con Jole Santelli.
Ma andiamo con ordine e, soprattutto, vediamo quali sono i riflessi che queste decisioni avranno sulla politica crotonese che conta componenti importanti tra i fedeli a Oliverio così come agli Occhiuto.
Come detto, nella città che fu di Pitagora - ed invero anche in provincia - il governatore uscente sembrava imperare e, tra l’altro, era ben più presente potendo contare su importanti truppe cammellate.
Prova ne è stata l’accoglienza riservata al commissario Pd Iacucci (QUI): tiepida in termini numerici ed infuocata (in fatto di reazioni) allo stesso commissariamento, con una conseguente guerra sui dati.
“La coerenza è il fondamento della virtù”.
(Sir Francis Bacon)
Con l’arrivo di Iacucci, intanto, si era rianimata l’area minoritaria del Partito democratico guidata da un indomito duo: Nicodemo Oliverio e Peppino Vallone, ed altri dirigenti.
Sperava, questa fazione, si arrivasse allo scontro totale con gli oliveriani, il che avrebbe consentito loro di vedersi aprire praterie nel partito finora precluse.
Dall’altra parte, poi, non si erano tirati indietro a risposte sebbene ed in cuor loro gli stessi oliveriani sperassero - così come è poi successo, e con tanto di citazione biblica (QUI) - venisse dissotterrato il calumet della pace.
“Coerenza è quando ciò che dici,
ciò che fai, ciò che pensi e ciò che sei
vengono tutti da un unico posto”.
(Anonimo)
Che si arrivasse ad una rottura vera, però, non ci voleva credere nessuno, consci probabilmente che le due parti del Pd e del centro sinistra, da sole, non avrebbero potuto andare da nessuna parte, se non incontro ad una magra figura.
Da una parte un Iacucci sprizzante ottimismo e diktat da tutti i pori e col mantra parafrasante un vecchio film cult, “Mi manda Zingaretti”, brandiva bastoni invece di carote.
Dall’altra gli Oliveriani apparentemente compatti nel respingere “l’invasore della federazione provinciale”, e pur consapevoli che di loro non si potesse fare a meno, almeno se si voleva avere qualche chances.
“Se ci fosse più coerenza
tra i fatti e le parole,
ci sarebbe più chiarezza
e meno illusioni”. (Anonimo)
In mezzo ai marosi, donna Flora Sculco, che inizialmente aspirava alla candidatura diretta nelle fila del Pd ma che una volta ritrovatasi nelle truppe oliveriane si è pur dovuta adeguare.
Si dovrà accontentare, adesso, di un posticino tra le liste del presidente uscente, augurandosi una miracolosa riconferma che sarebbe già una gran cosa, visto quello che poteva accadere con un ritiro tout court di Oliverio.
Certo, c’è sempre la possibilità che la delfina di casa Sculco possa optare per un classico passo indietro (o di lato) tanto di moda in questo periodo, e magari mandare in avanscoperta qualche fido scudiero.
Sull’altro versante, anche i fratelli Occhiuto, Mario e Roberto, dopo il veto posto nei loro confronti da altri due germani, i Gentile, e dalla Lega di Salvini, sono tornati all’ovile di Forza Italia e del centrodestra.
D’altro canto, dal gridare al tradimento degli amici (facendo fischiate le orecchie alla Santelli) (QUI) all’obbedisco, il passo - a proposito di coerenza - non è mai stato così breve come dio questi tempi.
Così, Jole Santelli, vice di Mario Occhiuto al Comune di Cosenza, guiderà il centro destra alla conquista della Regione, lasciando, magari, il posto di coordinatore a Roberto Occhiuto e facendo tutti contenti.
“La coerenza è comportarsi
come si è, e non come
si è deciso di essere”.
(Sandro Pertini)
A Crotone, intanto, fervono i preparativi e con il passare dei giorni e il diminuire delle ore alla scadenza fissata, aumenta il numero dei candidati pronti a scendere in pista sicuri di spaccare il mondo.
Nella Lega “new look” spuntano i primi nomi: ad esempio, quello di Salvatore Gaetano, direttore di VideoCalabria, inizialmente “solido” ma che col passare delle ore tale non sembra più esserlo così tanto; mentre Nicola Daniele sarebbe l’altro di candidato, da Petilia Policastro.
Discorso più complicato in Forza Italia, dato che il coordinatore provinciale Sergio Torromino si era schierato con gli Occhiuto e contro la sua coordinatrice regionale, Santelli. Tra i papabili spunta Amedeo Nicolazzi, sindaco di Petilia.
“Piacerò ad alcune persone e ad altre no.
Così è meglio che sia me stesso,
e poi almeno saprò che alle persone a cui piaccio,
piaccio perché sono io”. (Hugh Prather)
I Cinquestelle, invece, proseguono la loro marcia politica in solitaria e di candidature locali neanche se ne discute, anche perché probabilmente si sta pensando soprattutto alle Comunali, dove la partita è certamente più agevole.
La cosa che colpisce è che molti rappresentanti istituzionali pentastellati, di elezioni regionali ne parlino il giusto necessario, quasi a non volerci mettere la faccia, presagendo un risultato tutt’altro che esaltante.
Prova ne sia il fatto che l’unico candidato reso noto della provincia di Crotone è un esponente di Cirò Marina, uscito dalle regionarie, e che sarà candidato nella lista civica di appoggio a quella con il simbolo.
“La coerenza richiede
di ignorare oggi
come si ignorava un anno fa”.
(Bernard Berenson)
Nel frattempo il Natale è arrivato anche a Crotone, con i molti problemi che sono aumentati e prospettive di risolverli che, di contro, sono sempre più flebili, per una fiducia che è sempre più merce rara.
Così come flebili sono le prospettive che il territorio conservi una rappresentanza in Regione, ancor meno in Parlamento, ed alla fine di gennaio si ritrovi praticamente senza rappresentanti istituzionali eletti direttamente.
Una città sempre più isolata in termini di viabilità ma che lo diventerà, adesso, ancor di più dal punto di vista dei “delegati” istituzionali, rischiando così di cadere nell’oblio più di quanto oggi non lo sia già.
“La coerenza è una parola umana,
ma certamente non esprime
nulla di umano”. (Letitia Elizabeth Landon)
A pochi giorni dalla presentazione delle liste e visti i nomi dei candidati che circolano non c’è certo, per il territorio Crotonese, di che stare allegri. Sono riapparsi, infatti, lupi travestiti da pecore, trasformisti e politicanti di vecchia data ammantati di novità.
E non poteva certo mancare una miriade di salvatori della Patria che pur avendo fatto disastri una volta chiamati in causa, si sentono oggi possessori di tutte le immaginabili virtù.
Alla fine della fiera resta il fatto che negli ultimi sei mesi si sia parlato solo di elezioni regionali, con tutti i bisticci e soprattutto per quanto riguarda le possibili “guide”, e nei successivi sei di mesi che si parlerà solo di elezioni comunali.
Così come si parlerà dei tanti problemi del territorio e di chi se ne occupi e se ne dovrà occupare in futuro. Ovvero gli eletti, intesi come coloro che saranno votati dal popolo e non unti dal Signore o, meglio, dal signorotto di turno. Ammesso che, come nel caso delle regionali, ce ne siano.
* Simbolo dello Stronzio