Crotone. Superata l’ennesima crisi idrica la politica non pensi ai comunicati ma sia unita per progettare interventi

21 luglio 2021, 08:25 Imbichi

Bisogna dare merito alle maestranze che hanno lavorato per due giorni per riparare un danno inusuale e di grande portata. Ma allo stesso tempo, bisogna pretendere interventi: la politica sia coesa e sfrutti i fondi del Recovery.


di Francesco Placco

Siamo tornati come gli antichi” mi dice rassegnata una vicina di casa che ha fatto più volte una tappa all’autobotte per qualche litro d’acqua.

Sotto il sole cocente, senza un serbatoio e senza auto, l’unica alternativa è armarsi di santa pazienza. Per una doccia si può anche aspettare qualche giorno, ma quell’acqua serve, anche a costo di una copiosa sudata.

Ormai alle carenze croniche e sistematiche ci siamo abituati. Neanche a farlo apposta, abbiamo fatto una combo da paura: emergenza rifiuti e carenza idrica.

C’è però una costante che accomuna questi eventi: oltre al fatto che si verificano sempre negli stessi periodi, sembra che non sia mai colpa di nessuno.

Ecco allora che le emergenze diventano un giochetto per puntarsi il dito a vicenda. Politici navigati dicono che è colpa dei nuovi amministratori, mentre i nuovi parlano di problemi vecchi e mai risolti.

È caos. Ed anche il caso di una rottura idrica - che aldilà di ogni tesi complottista è un problema che va ben oltre la sfera amministrativa locale - diventa terreno fertile per alimentare scontri e fare parole.

Daltrone, chi parla in queste ore non ha da dover andare a prendere l’acqua, a piedi, sotto il sole. Ed è forse una plastica dimostrazione di quanto anche la politica locale sia distaccata dalla realtà e dalle esigenze popolari. Che affrontano anche il disagio della spazzatura, ma rimaniamo sull’acqua.

L’ultimo “disservizio idrico” in città si registrò meno di un mese fà, il 26 giugno scorso (LEGGI). Ed ancora un altro il 16 giugno (LEGGI), ed il 14 marzo (LEGGI), ed il 4 marzo (LEGGI), solo per citare i casi da inizio anno e senza contare i casi di singoli quartieri all’asciutto.

Per motivi diversi, l’acqua manca ciclicamente. Fino a non molti mesi fa, il leitmotiv era contro la Sorical. Quest’anno abbiamo un nuovo cattivo: A2A. Insomma, un capro espiatorio non ci manca, sempre più fumoso e lontano, inspiegabile per chi si trova concretamente con i rubinetti all’asciutto.

La stessa Sorical ha più volte parlato di una rete idrica “colabrodo”, vecchia, capace di disperdere nella sola provincia crotonese il 45,7% dell’acqua che vi passa (LEGGI).

Ed in fondo lo sappiamo tutti, e ne discutiamo da anni. E sarebbe arrivato il momento di porre fine alle elucubrazioni ed ai calcoli astratti, per passare ai fatti.

Se l’Ato di Crotone è riuscito finalmente a darsi una svegliata - seppur con un provvedimento limitato (LEGGI) e che posticiperà l’emergenza di qualche settimana - forse è arrivato il momento di battere i pugni sul tavolo anche per l’ammodernamento delle principali condotte idriche della provincia.

Proprio il Recovery Fund ha tra i suoi pilastri l’ammodernamento del settore idrico, ma tanti, troppi sindaci - soprattutto nel crotonese - sembrano esserne allo scuro, e progetti in tal senso non se ne vedono.

Una battaglia, questa, che dovrebbe vedere unita tutta la politica locale, che invece preferisce crogiolarsi in ciò che sa fare meglio: qualche comunicato mezzo stampa per punzecchiare tizio o caio.

Roba squallida ed immatura, ma soprattutto irrispettosa di tutte quelle persone che hanno ingoiato l’ennesimo rospo amaro.