Suicidio nel carcere di Vibo: il Ministero condannato a risarcire i familiari
Il Ministero della Giustizia è stato condannato a pagare un risarcimento ai familiari di un detenuto morto suicida nel carcere di Vibo Valentia. È quanto deciso dalla Corte di Appello di Catanzaro, che si è pronunciata dopo l’annullamento con rinvio voluto dalla Cassazione.
Secondo quanto riportato nelle motivazioni, non si potrebbe affermare che “l’amministrazione penitenziaria abbia adottato tutte le misure idonee ad evitare l’evento”. Ad aggravare però il quadro, sarebbe il fatto che il detenuto stesso avrebbe chiesto in più occasioni di essere sottoposto a regime di detenzione comune, mentre in carcere era stato posto in regime di grande sorveglianza. Condizione, quest’ultima, che avrebbe influito irrimediabilmente sui suoi intenti suicidi.
La vicenda si è consumata nel 2008, e al tempo i familiari della vittima – la moglie ed i quattro figli – avevano chiamato in causa direttamente il Ministero della Giustizia, chiedendo un risarcimento per la morte dell’uomo. La Corte di Appello ha dunque stabilito, a titolo di danno non patrimoniale, il versamento di una somma pro capite assieme al pagamento degli interessi legali e delle spese processuali. Tutto a carico del Ministero.