Crotone. Consiglio, maggioranza a pezzi: bocciato il piano Tari, sì al consuntivo ma con difficoltà
Un Consiglio comunale, quello di ieri, mercoledì 1 giugno - iniziato alle 4 del pomeriggio e protrattosi fino alla mezzanotte e mezza - nel quale sono evidentemente emerse tutte le difficoltà della maggioranza guidata dal sindaco Enzo Voce: forse anche più di quanto non ne fossero emerse il giorno prima, nella seduta del 31 maggio.
Se in prima convocazione, infatti, era mancato il numero legale - cosa grave considerati i punti posti all’ordine del giorno, tra cui il bilancio consuntivo e il Piano economico finanziario della Tari, in seconda convocazione l’amministrazione ha decisamente traballato.
Innanzitutto, con 15 voti contrari e un’astenuta (Dalila Venneri, della maggioranza) bocciato dal Civico Consesso il Piano finanziario Tari 2022-2025, le tariffe, e l’individuazione dello schema regolatorio.
L’altro punto rilevante, invece, quello del bilancio consuntivo 2021, è sì passato, con 14 voti favorevoli e 12 contrari, ma è pesata (e peserà anche dopo) l’astensione decisiva dei quattro consiglieri dell’Altra Crotone.
In ordine di tempo si tratta delle ultime posizioni critiche contro l’amministrazione e rappresentate dai consiglieri Nicola Corigliano, Salvo Riga, Vincenzo Familiari ed Anna Maria Cantafora.
E proprio quest’ultima, tra l’altro, ha lanciato un chiaro avviso ai naviganti, sottolineando che se entro un mese sindaco e giunta non dovessero cambiare passo il suo gruppo si renderà protagonista di un documento di sfiducia nei suoi riguardi.
Da registrare, poi, l’intervento sfogo di Dalila Venneri sul Pef Tari, perché, a suo dire, si sarebbe trovata in Consiglio senza che insieme ai suoi colleghi fosse stata completamente edotta della situazione, illustrata in aula da un esponente di Geroma.
Nei vari interventi il rappresentante della società incaricata di redigere il Piano, ha riferito ai consiglieri che pur in presenza di un servizio non all’altezza i cittadini si vedranno ridurre le tariffe sulla spazzatura.
A poco è servito spiegare che questo aumento sia dovuto alla modifica della normativa e delle direttive dell’autorità di settore, l’Arera, con una maggiore incidenza dei costi variabili rispetto a quelli fissi.
In pratica è stato applicato il principio che a produrre i rifiuti non sia la l’abitazione (è stato abbassato il costo a metro quadro da 1,81 a 1,21 euro) ma la componente familiare, che è stata aumentata: da 49 pagherà 121 euro.
I consiglieri hanno deciso quindi di non approvare il piano che, tra l’altro, è necessario per l’ok al bilancio di previsione, i cui tempi sono stati prorogati dalla conferenza Stato-Regioni prorogato fino al 30 giugno.
Al di là della discussione, ciò che è emerso chiaramente ieri sera sono dunque le difficoltà di una maggioranza che, ad oggi, non può contare nemmeno sul numero legale per una prima convocazione dell’Assise.
Cosa non di poco conto visto l’approssimarsi di un altro appuntamento decisivo per ogni amministrazione, ovvero quello del bilancio preventivo, il documento contabile la cui mancata approvazione porterebbe allo scioglimento del Consiglio.
Nel corso del dibattito e da più parti, il sindaco - che si era preso 24 ore di riflessione - è stato invitato a prendere atto della situazione ed a dimettersi ponendo fine alla sua esperienza amministrativa, a poco meno di due anni dalle elezioni.
Ma decisivi potrebbero essere i prossimi giorni, con eventuali accordi con i cosiddetti dissidenti e, magari, un nuovo riassetto della giunta comunale, anche se da poco sottoposta ad un “tagliando” che non sembra proprio aver sortito gli effetti sperati.