Centro Presunti Autori, dal 2007 accolti e recuperati 120 stalker
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sullo Stalking, nel 40% dei casi gli stalker sono recidivi e il prologo del 15-20 % degli omicidi in Italia è costituito da violenza psicologica o atti persecutori. La reiterazione degli atti di stalking mette in evidenza la scarsa efficacia dell’articolo 612-bis del codice penale (atti persecutori): le richieste d’aiuto sono cresciute dal 10 al 25% negli ultimi anni e buona parte delle vittime sceglie di non denunciare, bloccata nel fondato timore di aumentare la carica di violenza del persecutore.
Spesso, lo stalker, infatti, non è in grado di fermare la condotta persecutoria, se non con l’aiuto di un esperto: la denuncia o l’ammonimento fondano la loro efficacia sulla capacità cognitiva del persecutore di analizzare la situazione e prendere consapevolezza dei suoi atti, ma è chiaro che lo stalker stesso, in buona parte dei casi, ha già perduto la capacità di mantenere un buon livello di contatto con la realtà quando si trova nell’ossessione di ritrovare una vicinanza con la vittima. Spesso, eventi traumatici di matrice “abbandonica” (lutti, separazioni famigliari) relativi all’infanzia del presunto autore tornano come uno tsunami emotivo a procurare un’intensa sofferenza ad ogni tipo di distacco, il quale spinge inevitabilmente il soggetto a mettere in pratica atti persecutori al fine di eludere la possibilità di essere (ri-)abbandonato.
Solo con l’aiuto di un esperto lo stalker può contenere la sua condotta persecutoria. Nel 40% dei casi, coloro che si sono rivolti al Centro Presunti Autori hanno raggiunto ottimi risultati arrivando al completo contenimento degli atti persecutori, e nel 25% si è potuto assistere ad una diminuzione drastica del fenomeno e una prevenzione della recidiva. Non dobbiamo dimenticarci che le vittime dello stalking sono due: la vittima e il persecutore, e che – sia nei casi di omicidio/suicidio, sia nei casi di omicidio – la persona che rimane in vita non arresterà il suo calvario psicologico, che lascia ferite indelebili e difficili da rimarginare.